Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
13ª edizione - (2010)

Riflessioni da lampi di luce

Mi ritrovai a contemplare l'enigmatica casualità con la quale quei sottili lampi di luce si rincorrevano nella mia mano. Erano come vivi: saltavano, fuggivano, chi più in alto chi in basso, chi finiva per spegnersi per primo e chi per ultimo. Ascoltavo la particolare melodia prodotta dal loro scoppiettare, fissando rapita la grigia bacchetta che si consumava velocemente, così, senza lasciare traccia, sicura fino all'ultimo, inevitabile bagliore offerto ai miei occhi innamorati. Nonostante conoscessi la transitorietà della loro essenza e la fugacità della loro vita, io credevo sinceramente che quei brevi e illusori fili luminosi nascondessero - in qualche modo strano a comprendersi - il senso profondo di molte cose, prima fra tutte la provvisorietà e la caducità del momento vissuto.
Tutto era rapido, inconsistente e perduto; tutto era da ammirare nella sua brevità, nella casualità, nella disposizione che - e pensando ciò mi struggevo tra quella curiosità infantile e quel senso di nostalgia che invece è proprio degli uomini - non sarebbe stata mai più la stessa; tutto era tuttavia vivo e si muoveva eccome, oscillando tra le mie dita infreddolite come fosse la lingua che parlasse.
Era l'energia, quella che mi affascinava, e non smettevo di osservare la rapida combustione che avveniva in quel breve tempo. Quando si ha uno scopo, quando questo scopo è vivo, si è come posseduti da questo scopo, e io - forse troppo incoscientemente - guardavo le gialle scintille con una tranquillità disarmante.
Non pensavo che presto sarebbe tutto finito, che anche l'ultimo schizzo di luce sarebbe esaurito e tutto si sarebbe oscurato ancora; in quei pochi secondi ero sua, non osavo nemmeno muovere la mano perché temevo di non riuscire a fissare nella mente e negli occhi lo scoppiettante e irresistibile mistero di quella luminosità.
Come ogni cosa, poi, invidiavo il suo bastoncino che emanava più luce del mio, il cui rumore era più dolce e delizioso, la cui durata era maggiore, le cui scintille erano più lunghe e meglio organizzate.
D'altronde era sempre stato lui quello più razionale dei due, c'era da aspettarselo. Quando però tornavo a guardare il mio, maledicendomi per aver perso secondi preziosi a quella appagante visione, capivo che egli non stava veramente osservando, ma che forse ero io sola che mi perdevo in quelle riflessioni profonde osservando delle comunissime stelline luminose la notte del 31 dicembre 2oo8.
Energia e vita, ciò che io pensavo di vedere - e di possedere - in quel fruscio dalla tonalità rossiccia che ardeva in me e fuori di me.
Ero cresciuta, pensavo, mentre mi accorgevo di quante piccole cose accendevano in me il desiderio di conoscenza, di riflessione, di contemplazione. Quante cose prima insignificanti erano diventate causa e soluzione di pensieri profondi, quanti oggetti, quante persone!


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010