Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
14ª edizione - (2011)

Dracula

Galleggiava nel nulla, in una sorta di etere biancastro, umidiccio. Ricordava il suo nome, ma non il suo passato. Ricordava il volto di sua madre, ma non della tanta gente che aveva ucciso. Sorrideva e da lontano scorgeva la luce del Sole, che ormai da secoli poteva vedere solo in sogno. La fissò per un lungo istante, poi sentì il calore sulla pelle livida e subito il suo istinto prevalse e si ritrasse. Ma il Sole s’ingigantiva, lo rincorreva, voleva inghiottirlo. Spalancò le fauci ancora lorde di sangue e tentò di urlare ma…
Aprì gli occhi.
Intorno a lui, il buio rassicurante della sua cassa.
Aveva fame. Doveva levarsi e andare a caccia. Era già notte. Doveva esserlo, in caso contrario non si sarebbe svegliato.
Tese le possenti braccia e spostò il pesante coperchio di legno. Si levò a sedere, guardandosi intorno. Fuori, udiva i rumori della tempesta che infuriava, facendo sbandare la nave fra le onde sempre più alte. A che punto della traversata erano? Non avrebbe saputo dirlo. In un luogo imprecisato del Mediterraneo, o forse già quasi sulle coste inglesi. Avrebbe chiesto al marinaio, prima di ucciderlo.
Si alzò a fatica, ancora intontito dal lungo sonno, ergendosi in tutta la sua altezza al centro della stiva. Si pulì la camicia sporca della terra consacrata che riempiva la cassa. Per un istante si chiese se quella fosse stata una buona mossa. Certo, la Transilvania non era più un gran terreno di caccia, ma l’Inghilterra era lontana. Cercare un luogo adatto, spostare le casse, trovare un nuovo servitore: tutto questo gli sarebbe costato fatica.
Scrollò le spalle. Aveva fame.
Saltò agilmente un barile che rotolava inesorabilmente verso la parete opposta, sospinto dal rollio incessante. Raggiunse la piccola porta di legno, che si aprì cigolando. Salì le scale strette, mentre le gocce di pioggia gli bagnavano il mantello nero e la pelle pallida, che risplendeva nel buio totale che regnava sul ponte della nave.
La luce della lanterna del marinaio di guardia risplendeva nella notte. Rimase immobile, un’ombra nel buio. Ascoltò il respiro affannato dell’uomo, il sangue che scorreva nelle sue vene calde. Sangue.
La fame gli attanagliava lo stomaco, impedendogli di pensare razionalmente. I suoi sensi acuiti dal digiuno lo opprimevano, costretto com’era a dosare le razioni di cibo a sua disposizione. La traversata era lunga, i marinai pochi. Eppure era allo stremo. Doveva.
Si mosse, silenzioso, avvicinandosi. Avrebbe dovuto fare piano, ma la fame glielo impediva. Per fortuna la tempesta copriva i suoi movimenti, rendendolo invisibile negli scrosci di pioggia.
Il marinaio sedeva rannicchiato per terra, la lanterna protesa in avanti come per esorcizzare l’oscurità. L’odore di rum fuoriuscente dalla bottiglia che stringeva fra le mani era rivoltante. Era un russo dai lunghi capelli biondi raccolti sulla nuca. Il nostromo.
Gli si stagliò davanti, fissandolo. Il marinaio dapprima sembrò non notarlo, poi lo vide. Sgranò gli occhi e tentò di gridare, ma il suo movimento fu veloce. Gli balzò sul torace, premendogli il palmo della mano sulla bocca socchiusa. Per un lungo interminabile istante i loro volti furono a pochi centimetri l’uno dall’altro e poté fissarlo negli occhi.
Paura.
Avrebbe voluto ridere, ma la fame era troppa. Povero piccolo essere umano, ebbe il tempo di pensare, temi ancora la morte. Poi affondò i denti nel collo lungo e affusolato dell’uomo, sentì il sangue sulle labbra e iniziò a bere. Durò poco. Troppo poco. Quando l’uomo esalò l’ultimo respiro, si staccò. Si issò in piedi a fatica, ubriaco. Sorrise nella tempesta, lasciando che le gocce di pioggia gli lavassero il sangue dalle labbra, dal mento, dal collo. Poi afferrò l’uomo per le spalle e lo gettò in mare. Il corpo cadde inerme nell’acqua. Pluff! e il marinaio era scomparso.
All’improvviso, ricordò di non aver chiesto all’uomo a che punto della traversata si trovavano. Il Conte Dracula scosse il capo. Chissà quanto era ancora lontana, l’Inghilterra.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010