Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
15ª edizione - (2012)

La ragazza della vetrina

Le piace il suo lavoro.
Ogni notte si reca nella zeedijik per mettere tutta se stessa nella sua più grande passione: il suo impiego. Tutte le sere si prepara con estrema cura, come per recarsi a un’ importante cerimonia; sceglie minuziosamente il vestito, le scarpe e ogni accessorio.
Si reca in bagno e si prepara per la trasformazione. Apre l’acqua, insapona il viso, lo sciacqua, lo asciuga.
Ama prendersi cura di sé; si specchia e ringrazia madre natura per averle concesso salute e quel suo fisico perfettamente proporzionato. Apre l’armadietto e ne estrae la trousse serale: in tutto sono sei, una per giorno escludendo quello di riposo.
Martedì, la notte della vaniglia.
La sua genitrice non ha mai approvato il mestiere che svolge, ma lei ama comunque sua madre, così il Martedì, al posto del rossetto, mette il lucida labbra alla vaniglia, in ricordo di tutte le coppette di quel dolce baccello che la sua mamma le teneva da parte in gelateria.
Apre la trousse, applica la base per il trucco e stende omogeneamente il fondotinta in polvere; quasi non si nota, eppure è un piccolo miracolo della cosmetica: copre tutte le imperfezioni senza dare al viso quell’ effetto maschera di cera creato dal fondotinta liquido.
Ombretto dorato, eyeliner nero ,per valorizzare i suoi occhi color nocciola, mascara, per rendere lo sguardo magnetico, lucida labbra.
È pronta.
Esce e chiude a chiave la porta.
Sul pianerottolo incrocia lo sguardo stanco della figlia più giovane della vicina, nel salutarsi si scambiano due caldi sorrisi. Sorrisi possibili solo nel Rossebuurt , nel resto della città la maggior parte della gente l’avrebbe ignorata o additata come una poco di buono.
S’incammina tranquillamente lungo la via: ha una grazia innata nel camminare con quegli stivali col tacco a spillo da sedici e la sciarpina di piume nere le dona regalità, rendendola simile a una regina con il collo circondato da una costosa pelliccia di visone.
Il corpetto aderente le valorizza le forme, mentre lo short le slancia moltissimo le gambe.
Non porta calze a rete, dice che le squadrettano le graziose cosce sode.
Il ticchettare dei tacchi attira l’attenzione di un gruppetto di turisti che ambiziosamente si stanno dirigendo nella zona rossa.
Molti la stanno già spogliando con gli occhi, ma non osano avvicinarla; sanno perfettamente che ad Amsterdam, diversamente dal loro piccolo Paese a stivale, le prostitute non sono povere ragazze sfruttate da abbordare sui cigli delle strade, ma donne libere che scelgono di concedersi per mestiere.
Sono oneste lavoratrici, professioniste nel loro campo e sono tutelate dallo Stato.
Senza badare troppo a loro continua a camminare.
Il Red Moon, il suo ufficio, come a lei piace chiamarlo, non dista molto dall’ appartamento in cui abita, così ogni sera si prende il tempo necessario per assaporare ogni passo che le serve a raggiungere la meta.
Giunta a destinazione, entra dall’ingresso sul retro. Le due meno un quarto: tra poco sarà lei a entrare in scena.
Le piace il suo lavoro.
Adora sentire su di se gli sguardi noti di quei fan, che aspettano impazientemente l’esibizione della loro star.
Adora sentire su tutto il corpo i tocchi, delicati e insicuri , burberi, timidi, o decisi ed esperti, di quei pochi fortunati che avranno, da lei soltanto, il permesso di averla per un quarto d’ora nella stanzetta, dalla porta socchiusa, adiacente alla vetrina.
È tutto pronto per effettuare il cambio.
Si sbircia velocemente allo specchio: è bellissima.
Si posiziona sul palo.
3…2…1…
Le luci le illuminano il viso, sorride e si apre il sipario.
Dall’inizio della sua carriera sarà stata con più di mille uomini; il suo stipendio è buono e ha un curriculum invidiabile.
Avrebbe potuto fare un qualsiasi altro lavoro e avrebbe potuto far carriera.
È facile arrivare ai vertici se si è delle ragazze carine e disponibili.
Avrebbe potuto, ma non l’ha fatto.
Non prova vergogna; perché dovrebbe? È fiera di sé, è una donna coraggiosa.
Di notte balla sul palo adescando i clienti, è brava, molto brava.
Con sicurezza inizia a ondeggiare i fianchi, molti sono già attenti, gli altri tra breve li avrà in pugno, ne è certa.
Ama il suo lavoro e non ha paura di farlo.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010