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17ª edizione - (2014)

New York, sogno o realtą? - da Le cittą invisibili di Italo Calvino

Era marzo, il mio papà e io partimmo in direzione Aeroporto di Malpensa.
Ero curiosa e contenta allo stesso tempo. Era sera tardi, ma ero troppo emozionata per aver sonno. Dopo poche ore salimmo sull’aereo e capii che uno dei miei sogni si stava realizzando. A solo otto ore da me c’era la città magica che avevo sempre visto in tv e che mi aveva affascinato in ogni fotografia.
Le ore di volo passarono abbastanza veloci, come la notte della Vigilia di Natale per i bambini che aspettano Babbo Natale.
Atterrammo che era mattina, il cielo era limpido e l’aria era fresca. Una volta ritirati i bagagli chiamammo un taxi che ci portò all’hotel.
Man mano che ci si avvicinava al centro della città si iniziarono a vedere i primi grattacieli, erano a qualche metro da me, per la prima volta li stavo vedendo con i miei occhi, erano lì, davanti a me, non su uno schermo del computer! Ancora non ci potevo credere!
I miei occhi brillavano, volevo scoppiare a piangere dalla felicità.
Guardai il mio papà, era seduto sul taxi di fianco a me e aveva un sorriso di quelli che ho visto poche volte. Probabilmente anche uno dei suoi sogni si stava realizzando.
Il tassista, in inglese, ci disse che dopo il sotto passo saremmo entrati finalmente nella città.
Non vedevo l’ora! In pochi minuti sbucarono davanti ai miei occhi palazzi talmente alti che sembravano scomparire nel cielo. Ero lì, davvero lì, e non ci potevo credere, sembrava un sogno!
Arrivammo davanti all’hotel, quando scesi dal taxi mi tremarono le gambe, alzai il viso e mi incantai a guardare in alto, poi notai che di fronte a me avevo uno dei grattacieli simbolo della città: il MetLife.
Presi il cellulare e feci subito alcune foto. Il mio papà prese le valigie dal baule e lo aiutai a portarle dentro l’hotel.
Era un posto immenso, con gente elegante che entrava e usciva in continuazione, i signori vestiti in giacca e cravatta avevano un piccolo trolley, altre signore avevano valigie enormi e tante borse; un orologio che sembrava molto antico era posto al centro della hall, l’atmosfera era caratterizzata da una luce soffusa.
Mio padre parlò con un signore molto elegante che faceva parte dello staff dell’albergo, dopo poco ci indicarono dove si trovava la camera.
Saliti in ascensore e la prima cosa che notai furono i numeri dei piani, sembravano non finire più, superavano i cinquanta!
Arrivammo al nostro piano, entrati in camera mi cambiai e senza perdere tempo andai a fare un giro insieme al mio papà.
Una volta usciti centinaia di taxi gialli mi passarono davanti agli occhi e persone che camminavano più che veloce mi passarono di fianco, alcuni parlavano al telefono, altri scrivevano messaggi e altri ancora ascoltavano musica.
Era tutto come avevo sempre visto in televisione, tutto come avevo immaginato, anzi ancora più bello!
La settimana passò in fretta, forse troppo, ma avevo visto quasi tutta la città ed ero stata sul più alto grattacielo. Il panorama da quel punto era mozzafiato, da una parte c’era il distretto finanziario e dall’altra una macchia verde che divideva l’Upper East Side dall’Upper West Side. Quell’immagine non me la scorderò mai, ancora oggi, se ci penso, rivedo perfettamente tutto nei minimi particolari.
Con molto dispiacere, sia da parte mia sia del mio papà, la sera del volo di ritorno andammo in aeroporto e dopo alcune ore atterrammo di nuovo a Milano.
Il sogno era finito, ero triste per essere tornata a casa, ma nel frattempo felice perché avevo visto la città più bella del mondo e da quel giorno ho deciso che quando crescerò andrò a vivere lì!
Amavo quella città per vari motivi, era incredibile come varie etnie riuscissero a vivere insieme senza conflitti, i vari quartieri erano qualcosa di unico: si passava da Chinatown a Soho, da Little Italy a Hell’s Kitchen e in ognuno c’erano elementi che li caratterizzavano, come per esempio i piccoli ristoranti con le cucine tipiche.
Drin! La sveglia suonò, mi svegliai e capii che era tutto un sogno, ma tutto era stato molto reale.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010