Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
17ª edizione - (2014)

Piccolo bimbo

Mischio l’odio con l’amore finché non te ne vai.
Scappa lontano, piccolo bimbo; dai la colpa a me, come un piccolo bimbo.
Non ti voltare, non guardarmi piangere sull’asfalto o avrai pietà: «Cambiamo la rotta» penserai questo.
E invece no, piccolo bimbo, vattene.
Anzi, ascoltami bene: girati pure, ho cambiato idea, girati e guardami fisso. Piccolo bimbo piangerò dentro, ma tu che non sai leggere non vedrai altro all’infuori dell’amaro ghigno dell’apparenza. E allora tentenna pure e osservami bene e poi scappa in fretta, piccolo bimbo, tu che non leggi niente.
Corri veloce, chissà cosa trovi piccolo bimbo dagli occhi vivaci; chissà chi te li ha spenti quegli occhi. Corri veloce, io aspetto la pioggia: piangeremo insieme.
I vestiti si appiccicheranno al mio corpo e, piccolo bimbo, il nostro sarà un abbraccio di morte: «Condoglianze» mi dirà la pioggia.
Io non risponderò: le parole sono da mangiare, non si pronunciano…
Oh, stolti! Aumenta il dolore. Piccolo bimbo, non ti girerai più. Piccolo bimbo, ma dove sei arrivato? Io sto dentro le lacrime; il loro abbraccio resta fermo nelle ossa: freddo! Non consoli più niente, vattene pioggia: ho smesso di piangere per il mio piccolo bimbo.
Piccolo bimbo… Già ridi? Io rido da sola in questo abbraccio salato che mi sta stretto; in questa smorfia deforme, rido tutte le mie lacrime. Non esiste un abbraccio di risa: non si può ridere in silenzio.
Fa’ attenzione piccolo bimbo! In questi giorni, in queste risate, non puoi startene da solo. Piangi piccolo bimbo, altro non hai. Piangi sul mio ricordo, sulla mia faccia indurita quando lento hai voluto girarti. Piangi sull’infertilità del nostro amore, sulla natura del mio odio. Piangi sul tuo pianto da piccolo bimbo. Piangi che la madre pioggia ti sta venendo a prendere. Piangi, piangi!
Chiediamo alla madre pioggia un mantello di lacrime… E poi che ti lasci in punizione per aver chiesto il pianto del mondo. Corri di nuovo, piccolo bimbo, resta zuppo nella tua ingenuità, paga il pegno.
Che il tuo corpo sia appesantito per aver chiesto la leggerezza del cuore. Piccolo bimbo, pesano le vesti? Lasciati cadere, lasciati morire.
Chiudi gli occhi, che ti dicono le palpebre dipinte? Rammenti il mio viso arcigno. Stupido, piccolo bimbo… Davvero non sai leggere? Alzati in fretta, prima che gli dei ti lascino morire per davvero.
Non hai mai peccato, piccolo bimbo: non puoi morire con gli stracci pesanti, non puoi morire se, chiudendo gli occhi, non ti passa niente di buono.
Alzati, corri, corri piccolo bimbo! Balleremo sui nostri cuori infranti.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010