Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
17ª edizione - (2014)

La mia disperata vita…

Le mie preoccupazioni, i miei problemi, dovevano uscire dal mio misero corpo; dovevo urlare ma avevo paura delle persone che mi avrebbero potuto sentire…
Io sono fatto così, alla minima paura o preoccupazione devo urlare, sfogarmi, o addirittura piangere; però quella volta era meglio urlare perché i miei problemi erano troppi e la mia testa stava per scoppiare, come un semplice palloncino.
Dovevo dire basta, tanto tutto si sarebbe risolto, invece no, urlavo, urlavo… perché la mia disperazione era alle stelle, e solo in questo modo mi sentivo meglio. Non era la prima volta che lo facevo, ormai era il mio modo per sfogarmi, bè sì c’erano delle persone che mi prendevano per pazzo, ma non mi importava, in un certo senso lo ero…
Fin da bambino ho sempre avuto dei problemi, ma in questo periodo di adolescenza si stanno ammucchiando tutti, e ogni giorno ve n’è uno sempre più grave soprattutto quando le persone mi consideravano un mostro, uno scheletro, o addirittura una persona cattiva; io vado su tutte le furie.
Le persone mi trattavano male , ed è proprio per quello che buttavo fuori tutto il mio dolore urlando. E a ogni critica, nel mio corpo mi prendeva una morte interna e una semplice voce la butta fuori emettendo un urlo così forte che ormai nessuno, avrebbe potuto spegnere. Ero verde per la rabbia e la disperazione che mi si è accumulata durante la mia esistenza.
In quel momento ero pronto a buttar giù da questo ponte tutti i miei pensieri ma, proprio in quel momento, passarono ignorandomi, due uomini, perché sono un mostro che nessuno vuole come amico…
La causa dei miei problemi?! In realtà non ve n’è propria una, sono un insieme di problemi: famigliari, con gli amici, per amore, critiche, ma soprattutto per il mio essere disgustoso, non sono molto voluto dalle ragazze e questo mi rattrista, ma fin che farò il pazzo, credo che nessuno mi vorrà.
Un tempo avevo degli amici, persone che mi amavano per come ero, ma poi li ho persi, non so la causa principale… forse non erano veri amici , perché quelli rimangono per tutta la vita.
I colori della mia vita sono colori scuri e freddi, come il mio carattere, al contrario di tutto ciò che mi circonda che sembra caldo e confortante, ma io non sento quel conforto che questo mondo mi dona.
Ogni giorno un insulto nuovo mi arriva, non so più scegliere nulla, nemmeno il cibo… prima mi strafogavo per chiudere il vuoto che provavo, ma adesso non mi importa neanche di mangiare e se mangio poi vomito, perché sto diventando bulimico e sempre più magro.
Sento in me che tra poco morirò urlando, e il mio urlo sarà per urlare le mie ultime parole e far sentire al mondo la mia disperazione.
Il mio unico amico era Munch ma non ho la minima idea di cosa pensava mentre mi creava… magari era depresso, stressato, disperato… non lo so, sento solo che qualcosa ci legava e mi sentivo bene con lui, ma quando anche lui mi abbandonò sentii che la mia vita ormai era finita.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010