Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
18ª edizione - (2015)

19 marzo 2015

Ogni tanto osservo mio padre, al computer, intento a lavorare.
Mio padre lavora sempre.
Mi piace osservarlo, in silenzio; guardare le sue spalle un po’ ricurve, i suoi capelli tendenti al grigio e un po’ radi sulla fronte, i suoi occhiali blu, un po’ troppo spessi, a parer mio, ma necessari, perché i suoi non sono più come quelli di una volta, si sa: sono gli occhi di un grande lettore.
Credo abbia letto centinaia di libri, non oserei dire migliaia perché credo che nessuno riesca a leggerne così tanti in una vita sola, ma sono certa che ne abbia divorati veramente tanti.
Fino a qualche mese fa, rimaneva in piedi fino a tardi, con il suo libro in grembo, ad assaporare ogni minima parola, riflettere su ogni significato. Qualche volta, talmente immerso nella lettura, credo abbia anche saltato la cena pur di continuare a vivere le fantastiche storie di altri personaggi, cercando di liberarsi della propria vita pur di viverne tante altre.
Mi ricordo molto bene che, quando non andavo ancora a scuola, mi lesse un libro particolare, scritto da Saint-Exupéry, intitolato Il piccolo principe.
A molti miei coetanei non piace molto poiché non riescono a comprenderne il significato, sinceramente non sono nemmeno sicura di esserci riuscita io, ma l’ho sempre trovato dolce, forse perché testimone di magnifici momenti del passato che non ritorneranno mai più.
Si sedeva sul mio letto, mentre io ero protetta al calduccio sotto il piumone, e leggeva con voce soave quello che poi dopo qualche anno sarebbe diventato il mio libro preferito.
Diceva che, come il piccolo principe avrebbe fatto con la rosa, anche lui mi avrebbe sempre protetta perché ero il suo piccolo e prezioso fiore da tenere al sicuro e difendere.
Penso che qualcosa sia cambiato, nel tempo, penso che lui sia un po’ cambiato.
Quando mi sveglio la mattina presto, non vedo più sul suo comodino un libro, lasciato lì dalla sera precedente. Credo che, adesso, il libro si trovi direttamente nel cassetto, insieme a tanti altri suoi sogni che, con il passare del tempo, si sono infranti andando in mille pezzi.
Non posso certo biasimarlo: avere quarant’anni, doversi inventare un lavoro perché il mondo del mercato non te ne offre più e continuare a mandare avanti una numerosa famiglia nonostante tutti i problemi è la cosa più spettacolare che abbia mai fatto ma ogni tanto vorrei che mi capisse un po’ di più.
Vorrei che non mi urlasse contro per ogni cosa, vorrei passare del tempo con lui.
Vorrei che rincominciasse a leggere.
Mi fanno molta paura le persone che non leggono, poiché smettono di sognare e di colpo perdono tutta la loro fantasia, l’unica cosa che rende gli adulti ancora un po’ bambini.
Ho paura che un giorno papà, il mio papà, quello tenero di una volta, possa diventare un uomo freddo, duro, volgare, triste, cieco.
Una di quelle persone che non riesce più ad accorgersi delle piccole cose, poiché sempre distratta da altro.
Oggi è la festa dei papà. Nonostante all’inizio fossi un po’ titubante, adesso ne sono proprio sicura: gli regalerò un libro.
Non uno qualunque: Il piccolo principe, naturalmente.
Vorrei tanto che sapesse che, nonostante la vita sia difficile e complicata, lui è il mio “piccolo principe” e io sono la sua rosa, quindi non dovrà preoccuparsi se i suoi sogni si infrangeranno, andando avanti, raccoglierò tutti i pezzi, uno a uno, e li ricostruiremo insieme.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010