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11ª edizione - (2008)

Sarà ancora Mattia Pascal

Miragno, giovedì 6 marzo 2008
 Durante la scorsa notte la polizia locale di Miragno ha arrestato un uomo di mezz'età. Alcuni cittadini avevano segnalato alle autorità la sua presenza sospetta all'interno del cimitero del piccolo paese. Quando i poliziotti sono intervenuti a controllare la situazione, l'uomo si è rifiutato di mostrare i documenti e dare le proprie generalità. In seguito a tale resistenza è scattato l'arresto.
 Una volta portato in questura egli ha confessato di chiamarsi Mattia Pascal. In seguito ai controlli effettuati, è emerso che, dagli archivi della polizia, Mattia Pascal risulta morto il 12 settembre 2001. Dopo lunghe ore di silenzio, l'uomo ha deciso di spiegare chi era, e raccontare la propria storia.
 Si tratta di una vicenda che ha quasi dell'impossibile, dove il caso ha giocato un cattivo ruolo, distruggendo la vita di due persone... o meglio, solo una.
 Mattia ha dichiarato in lacrime di aver perso la propria identità nel momento in cui ha letto su un quotidiano nazionale la notizia della propria morte. Notizia logicamente falsa. I cattivi rapporti con la moglie e le difficili condizioni economiche avevano spinto l'uomo, molti mesi prima, a lasciare il piccolo paese di residenza e a recarsi a Montecarlo. Dopo una cospicua vincita al casinò, aveva deciso di tornare dalla famiglia, ma durante il viaggio aveva appreso la strana notizia.
 Dalle parole dell'uomo emerge un gran senso di solitudine e nostalgia. Egli ha spiegato che immediatamente si era reso conto dell'enorme sbaglio commesso dai giornalisti, ma che questo senso di libertà, tanto desiderato, lo aveva spinto a non tornare a casa. Questa era la svolta che Mattia aspettava da molto tempo, per riuscire a fuggire dalla sua vita monotona e pesante, fatta di sacrifici e oppressa da una difficile vita coniugale.
 Pascal aveva deciso quindi di crearsi una nuova identità, dandosi il nome di Adriano Meis, e successivamente aveva incominciato a viaggiare per le principali città italiane senza fermarsi troppo a lungo in ognuna.
 Durante l'interrogatorio il signor Pascal ha affermato che da morto aveva ritrovato la felicità e la gioia che la vita gli aveva tolto; a lungo andare però aveva iniziato a sentirsi solo e questa solitudine lo aveva spinto a stabilirsi a Roma. Nella capitale italiana Mattia si era innamorato di una donna, ma contemporaneamente aveva preso coscienza dell'impossibilità di esistere al di fuori di ogni legge, in quanto non poteva trovare lavoro e sposarsi, perché gli mancavano i documenti intestati ad Adriano Meis.
 L'unica soluzione era inscenare il falso suicidio di Adriano, per riuscire a liberarsi da questa sorta di trappola in cui era imprigionato e ritornare alla vita che aveva lasciato. Ma, una volta tornato a Miragno, Mattia aveva trovato la moglie risposata e con un'altra figlia; non gli restava altro che contemplare la sua tomba nel cimitero della piccola città. La notizia del ritrovamento di Mattia Pascal ha sconvolto tutti i cittadini, e in particolar modo la famiglia, che ormai lo credeva morto.
 Gli psicologi che hanno ascoltato le sconvolgenti dichiarazioni di Mattia hanno riscontrato in lui un bisogno comune a molti uomini moderni, ovvero la necessità di un cambiamento e di uscire dalla trappola delle istituzioni sociali.
 La voglia di trasgredire, di uscire dai soliti schemi quotidiani, non è diffusa solo tra i giovani, ma anche tra gli uomini più maturi, che hanno numerose esperienze alle spalle, ma che non si sentono realizzati nella propria identità.
 Questo tragicomico evento di cronaca deve però essere preso come esempio, e insegnare che è impossibile annullare ogni vincolo sociale e umano senza sentirne poi la mancanza. E la domanda che molti lettori si staranno facendo, è cosa si prova a leggere su un giornale della propria morte... probabilmente l'unico che può dare risposta a questo interrogativo è solo Mattia, o meglio il fu Mattia Pascal.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010