Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
11ª edizione - (2008)

Il gioco della vita

La vita è bella: un film dal titolo semplice, schietto, sincero e pieno di speranza, che fa venire voglia di trovarsi sdraiati su un prato fiorito, col sole in fronte e gli occhi chiusi; che fa spalancare le braccia, sorridere e respirare appieno la gioia di vivere nascosta nell'aria che ci circonda.
 Fa pensare a tutte quelle piccole cose meravigliose che spesso ignoriamo e delle quali ogni giorno dovremmo stupirci e ringraziare il cielo: un fiore, la pioggia, il sorgere del sole. Fa pensare a quanto sia importante il nostro esistere, soprattutto quando c'è qualcuno che conta su di noi.
 Roberto Benigni è l'interprete perfetto per questo film, un attore solare, divertente, ma molto profondo, che attraverso il personaggio mi ha fatto vivere la drammatica esperienza di un padre ebreo deportato in un campo di concentramento nazista col suo bambino, durante la seconda guerra mondiale.
 Pur di celare l'aspra realtà al proprio figlio, il padre si prodiga a trasformare la loro permanenza nel lager in una specie di gioco, che coinvolge tutti inconsapevolmente. Il bambino vive la drammaticità quotidiana come se fosse un'avventura e nella sua ingenuità non si accorge che suo padre gli sta salvando la vita.
 Questa toccante storia ha come sottofondo una musica molto suggestiva, una canzone che è diventata la colonna sonora del film stesso. Le note accompagnano così bene le azioni del film e le battute degli attori, che mi sono facilmente commosso e ritrovato emotivamente coinvolto in situazioni che ritengo possibili.
 Roberto Benigni mi ha fatto scoprire e apprezzare un modo di vivere positivo, mi ha insegnato a guardare le cose peggiori sotto un aspetto diverso, mi ha dimostrato che si può riuscire a cogliere la parte buona anche dagli orrori della guerra, che, nonostante tutto, dà insegnamenti utili alla sopravvivenza umana.
 È proprio quando ci vengono a mancare tutte le nostre abitudini, i nostri agi, i nostri affetti che ci rendiamo conto del valore che hanno per noi; ed è proprio allora che dobbiamo mettere in pratica il metodo Benigni: non farci abbattere dalla tristezza e dallo sconforto, compiangerci e darci per vinti, ma impegnarci a fondo per vedere la realtà da un'altra angolazione, per immaginare che possa essere migliore, per trovare la forza di riemergere perché, nonostante tutto, la nostra convinzione deve essere che la vita è bella e va vissuta con pienezza.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010