Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
11ª edizione - (2008)

Un'esperienza di lettura

Ho l'occasione di ascoltare, e di poter porre domande, a uno dei massimi esperti di bioetica del nostro Paese. Sorge spontanea la domanda: cosa c'entra con questa storia?
 Tempo al tempo: posso garantire che il collegamento esiste.
 Non voglio sprecare l'occasione: pongo all'esperto di bioetica la domanda più difficile che riesco a pensare in pochi minuti.
“Se la vita non viene considerata mio possesso, se non posso farne quello che voglio, se non ho potere sulla mia vita e sulla mia morte, allora vale la pena di essere vissuta?”
 A domanda interessante, risposta interessante: la Gioconda, magnifico dipinto di Leonardo da Vinci, non è tua, eppure il guardarla, il poterla contemplare, ti dà piacere?
 Allora guardiamola, quest'opera fantastica paragonabile alla vita.
 Mi dicono che il sorriso di questa donna, così ermetico, misterioso, indecifrabile, rappresenta Leonardo, il genio, l'artista, e il suo atteggiamento verso il mondo, la consapevolezza di sé, della sua superiorità. Un sorriso superbo, in tutti i sensi. Mi dicono anche che gli abiti elaborati, in contrasto coi capelli sciolti, dal tratto morbido, caricano l'opera di un'anticonvenzionalità molto distante da tutti i ritratti eseguiti precedentemente da ogni artista.. Mi dicono ancora che lo sfondo è tipico dell'approccio di Leonardo alla natura, che l'impostazione generale… i riferimenti…
 Lascio da parte l'analisi convenzionale, quello che mi dicono. Mi concedo del tempo per studiarla da sola, la mente è libera e aperta.
 Io e la donna ci guardiamo negli occhi.
 Non è diversa da me. I suoi occhi sono profondissimi eppure serrati, impenetrabili e scuri, mi ci perdo. Il seno è appena accennato, le linee del corpo morbide, ma il viso, ah il viso.
 Il sorriso indica un guizzo, anche se forse repentino, di felicità. Però c'è. E tutte le linee formano un'armonia complicata, non sono sicura di riuscire ad affrontarla, di essere in grado di sostenere ulteriormente il suo sguardo. Eppure vale il rischio.
 Continua a fissarmi, non distoglie lo sguardo, non può. Io potrei, ma al contempo non posso.
 Vorrei chiederle perché sorride: è bella, ma non perfetta, e così il mondo che vedo intorno a lei. Ignora le mie domande, il suo sorriso è più forte dei miei dubbi, oppure forse ora ride di me.
 Nulla la scalfisce, neppure i secoli, la forza d'animo di cui è stata dotata resiste a qualsiasi ostacolo. Non basto io a metterla in discussione, neppure sono bastate le generazioni precedenti.
 Forse davvero la donna con gli occhi scuri è paragonabile alla vita: va avanti in ogni caso, resiste senza curarsi di quello che c'è intorno, come la padrona del sorriso, non si occupa delle mie domande sul suo possesso e sul suo valore.
 Solo, sorride.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010