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11ª edizione - (2008)

Diario di Paride

Cinquantesimo giorno dall'inizio della guerra di Troia
Caro diario,
 Ettore elmo lucente è morto: il fratello a cui tenevo di più, colui che mi ha sempre dato dei consigli per proteggermi e rendermi una persona forte.
 Tutta la città sta piangendo per questa perdita, non solo perché Ettore si è dimostrato il più forte tra i soldati Troiani, ma anche perché è sempre stato buono, gentile e altruista con tutti.
 Nostra madre Ecuba è disperata, non sperava certo di veder morire un altro dei suoi figli per mano di Achille piede Rapido.
 Andromaca e Elena proseguono questo lungo lamento, ognuna con i propri pensieri e le proprie preoccupazioni. Adesso io ho in mente soltanto i tuoi ricordi, Ettore, belli, nitidi, come se ogni singolo momento passato con te stesse accadendo in questo istante.
 Come dimenticare quando tu, rientrando in città con lo scopo di convincere le donne a fare dei sacrifici ad Atena per chiederle di placare l'ira di Diomede, venisti nella mia dimora per esortarmi a rientrare in battaglia, oppure quando, preso dalla paura, mi sono rifugiato tra gli altri Troiani e tu mi hai rimproverato e mi hai convinto a scontrarmi con Menelao.
 Non potrò mai dimenticarti, sei stato una delle persone più distinte e coraggiose che io abbia mai incontrato; nessuno come te ha saputo essere così leale addirittura con i propri nemici, e anche per questo provo una grande stima nei tuoi confronti.
 Achille, quando ti ha ucciso, ha pensato solo alla sua vendetta; provava una grande ira nei tuoi confronti perché sei stato tu a uccidere Patroclo. Forse, se tu non l'avessi mai ucciso, ora saresti qui con noi, a veder crescere tuo figlio Astianatte, a discutere con Elena e Andromaca, a dare conforto ai nostri genitori soltanto con la tua presenza e a Infondere un po' di coraggio In me, Paride, che forse per la mia mancanza di buonsenso ho agito istintivamente e ho scatenato questa guerra che ormai va avanti da molto tempo.
 La tua perdita mi fa riflettere su tutto quello che è successo: ripenso ai tradimenti, atte lotte, ai dolori e ai sacrifici.
 Quante persone hanno sofferto per questa guerra!
 Quante hanno lottato con tutte le loro forze per cambiare quel destino che ormai era stato stabilito!
 Quante sono state prese dall'ira, dall'aggressività, dalla violenza e dalla vendetta! L'amore e l'amicizia non esistono più, soltanto quei vincoli e quegli accordi che si prendono tra i due schieramenti lasciano un momento di pausa ai soldati. Certamente i momenti di crisi, dovuti all'intervento degli dei, hanno peggiorato la situazione perché, anche se si lottava duramente, si era consapevoli di quello che sarebbe successo. Ma a volte è proprio l'intervento delle divinità che salva la vita di qualcuno: come scordare quando Xanto, dopo aver chiesto ad Achille di smetterla di uccidere le persone perché queste ostruivano la sua corrente e aver ricevuto un rifiuto deciso, cercò di sommergere l'eroe Acheo con le sue acque; l'intervento di Efesto, figlio di Era, impedì questo tentativo.
 Anche Patroclo, colui che hai ucciso, deve la sua morte alla presenta di un dio: nonostante avesse già sconfitto, in precedenza, molti altri nemici valorosi e forti, infatti, Apollo (strumento del fato) lo ha colpito alle spalle, disarmandolo e rendendolo facile bersaglio per Euforbo, che poi ha lasciato a te il colpo fatate, quello che ne ha segnato la fine.
 Ecuba ha ragione: nonostante Achille abbia torturato il tuo corpo anche se ormai eri morto, non ha certo riportato in vita Patroclo, e lo stesso è successo in molti altri casi: tuttavia la vendetta ha contribuito a tante piccole, vittorie, sia da parte degli Achei, sia da parte dei Troiani, dando perciò la forza al soldati di combattere.
 E ora, in quest'ultima pagina di diario, ti saluto, fratello mio. Non ti dimenticherò mai.
Paride


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010