Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
11ª edizione - (2008)

Diario di Astianatte

Dieci anni dopo la morte di Ettore e il declino di Troia
Caro diario,
 tutti mi hanno sempre riferito che gli eroi sono delle persone coraggiose, con animo gentile, che mai si rifiutano se devono salvare la propria patria, si sacrificano valorosamente per il popolo e rispettano tutte le virtù guerriere. Proprio così mi fu descritto mio padre Ettore, figlio di Priamo, sì proprio lui che morì per mano di Achille, l'Eacide perfetto, proprio lui che mi fece piangere quella volta alle Porte Scee con il suo elmo lucente che mi abbagliò.
 Ieri pensavo a lui, e mi venne la voglia di saperne di più sul suo conto e così domandai alla mia mamma Andromaca cosa avesse fatto di così importante tanto che mi elogiano quando cammino per strada e mi domandano come sto, se ho superato la mancanza del papà e se la mamma sta ancora male per lui.
 Ho di lui un'immagine troppo vaga, non ho ben in mente i suoi lineamenti, visto che ho avuto pochissimi incontri ravvicinati con lui a causa della guerra che vedeva Troiani contro Achei.
 Tutti mi dicono sempre che papà era un guerriero valoroso dotato di grande abilità e sprezzante del pericolo, che spiccava fra gli altri non solo per il suo elmo lucente, ma anche per la grande carica di umanità che aveva, che diversamente da lui gli altri eroi o non conoscevano oppure non avevano.
 Mi ricorderò per sempre quella volta che nonno Priamo portò in Patria il corpo del papà: appena arrivò con il carro, la mia mamma si lanciò su di lui e incominciò a piangere e a urlare, tant'è che mi spaventai e piansi pure io.
 Era lì disperata, batteva i pugni sul carro, e pronunciava parole molto spesso incomprensibili; compresi solo che la mamma quella volta alle Scee lo aveva supplicato di non tornare in guerra, perché era convinta che sarebbe morto, ed ebbe anche una conferma dalle stesse parole di papà. Ma lui era ostinato, la sua voglia di combattere non cambiò, anzi ebbe una conferma di voler lottare per la propria città.
 Egli non voleva tradire il codice eroico, l'areté era per lui lo scopo della vita; si sarebbe vergognato se non fosse andato a combattere, molto probabilmente i Troiani, i nostri concittadini, l'avrebbero disprezzato; ma compiendo questa azione non si rendeva conto che distruggeva i cuori di un'intera famiglia e mandava in declino un'intera città.
 "Donna, anch'io, sì, penso a tutto questo; ma ho troppo rossore dei Teucri, delle Troiane lungo peplo, se resto come un vile lontano dalla guerra....".
 Anche nonna Ecuba era triste: lo guardava e piangeva, non accettava la sua morte, lui doveva rimanere in vita, ma capiva che papà aveva fatto un grosso torto ad Achille, gli aveva ucciso il suo amico più caro Patroclo e l'eroe Piè Veloce non poteva accettarlo.
 Ai suoi funerali c'erano tutti i cittadini di Troia, che erano venuti a porgere l'ultimo saluto, lo volevano ricordare in meglio, con i suoi atti generosi, volevano ricordarsi di lui come l'eroe che si era sacrificato per loro.
 Io mi domando spesso come sarebbe stato oggi se il papà fosse ancora vivo, come avremmo passato i momenti più importanti della mia crescita, ad esempio la caduta del mio primo dentino, o quali giochi avremmo giocato assieme, come spesso vedo fare ai miei amici, che tanto invidio; poi mi rincuoro e penso che papà è stato davvero coraggioso a tornare a combattere e se io fossi stato in lui forse avrei ceduto alle preghiere della mia mamma e mi sarei fatto disprezzare piuttosto che spezzare i cuori della mia famiglia sento davvero la mancanza del papà; non so cosa darei per poterlo avere di fianco a me, per poter veder splendere il sorriso di mamma che ormai da quando non c'è più si è spento; vorrei veder Troia rinascere, la vorrei prospera, felice, ma non saprei proprio come fare senza di lui.
 So che papà sarebbe stato il migliore, che mi avrebbe insegnato molto sulla guerra, ma non solo, mi avrebbe dato anche consigli utili per la vita; so che sarebbe stato il miglior marito che qualsiasi donna sulla faccia della terra poteva desiderare.
 Ma con grande amarezza e con le lacrime che mi scendono sul viso penso a lui, lo immagino e faccio riferimento alle ottime parole che mi hanno riportato.
 Voglio solo ribadire che, nonostante io non abbia mai conosciuto papà, gli voglio davvero un grande bene
Astianatte


»Torna all'elenco dei testi
»Torna all'elenco delle edizioni

Copyright © 1999 - Comitato per Sofia - Tutti i diritti riservati.
Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010