Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
10ª edizione - (2007)

Un'esperienza di lettura da una testimonianza del sottotenente Claudio Sommaruga

La storia di vita di questo grande uomo, il sottotenente Claudio Sommaruga, fa comprendere veramente come, al tempo del fascismo, soprattutto i giovani, venivano sottoposti a un vero e proprio lavaggio del cervello: "Nel ventennio fascista, genitori, preti, insegnanti, gerarchi, colonnelli e il duce proibivano a noi ragazzi di pensare… ma l'otto settembre dovemmo pensare e scegliere da soli quale fosse il dovere".
Un ragazzo di soli ventitré anni, disarmato e ufficiale da tre giorni si trova in una battaglia dove viene catturato e subito declassato a IMI (internato militare italiano), un "subumano senza tutele" come lo stesso Sommaruga descrive nel testo.
Un bivio, alla fine di questo lungo periodo di violenze psichiche, fisiche e morali, si era presentato dinnanzi al giovane Sommaruga: la firma di un documento in cui si dichiara la fedeltà fino alla morte con sostegno politico e militare a Hitler e Mussolini. "Quel giorno respinsi, per dignità di uomo, di cristiano, di soldato e per rifiuto di ogni guerra, un ritorno a casa disonorevole." Per i 700.000 soldati che respinsero la schiavitù morale nazista scegliendo la "via del lager", vi furono incredibili pressioni da parte dei sette milioni di parenti:"Firma qualsiasi cosa!".
"Meglio morti che schiavi." Chissà quante volte sarà ricorsa questa frase nei pensieri del sottotenente e di tutti gli internati: rimanere nei lager, ma continuare ad avere una dignità, essere costretto a subire le sevizie e le umiliazioni senza potersi difendere, continuando, però, a dire NO!
È molto difficile assumere delle posizioni nette sulla scelta di quest'uomo, scelta che, nel bene e nel male, ha segnato fortemente e continuerà a segnare la sua vita.
Istintivamente e con frasi retoriche e di circostanza, spinti magari da un po' di presunzione e di ignoranza, si direbbe che la scelta fatta da Sommaruga sia più che condivisibile e lecita, sorretta da buoni propositi, da patriottismo, coscienza morale e cristiana, ma la realtà odierna è diversa: è facile parlare ora, per noi che viviamo negli agi e nelle comodità; la realtà della guerra non è neppure immaginabile se non vissuta in prima persona.
In ogni caso, credo che se avessi firmato quel documento sarei impazzito, divorato dai rimorsi per il resto della mia esistenza: anche se la scelta del no richiede molto coraggio ed è onerosa per la mente e per il corpo avrei deciso di non firmare e, se non fossi caduto sotto le violenze naziste, avrei raccontato la mia storia, proprio come Claudio Sommaruga continua a fare, sempre e comunque per non dimenticare.


»Torna all'elenco dei testi
»Torna all'elenco delle edizioni

Copyright © 1999 - Comitato per Sofia - Tutti i diritti riservati.
Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010