Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
9ª edizione - (2006)

Tema. Premio Letterario Sofia

Pensate che imparare un libro a memoria sia un compito semplice?
No, non lo è per niente. Eppure noi dobbiamo farlo: leggiamo e rileggiamo così da ricordarcene per sempre le parole; e poi le ripetiamo ai nostri figli in modo che anche loro facciano lo stesso.
Ognuno impara un libro... poi lo distrugge, perché le opere devono essere tutte bruciate.
Oggi, nel XXI secolo, la vita è diventata un programma privo di emozione. Lo stupore è ingannato dalla quotidianità delle nostre azioni.
Leggere un libro è considerato illegale. Dicono di farlo per il nostro bene: la lettura può provocare sofferenze, perché ci fa pensare. Potremmo cadere in quei tranelli dell'anima a cui porta il pensiero.
Allo scopo di "proteggerci" da quest'eventualità accorrono i pompieri: essi danno fuoco a tutte le parole stampate su quei fogli.
Questa società ci impedisce di provare alcun sentimento. Ci rende vegetali.
Forse la maggior parte della gente non si rende conto di questa situazione. Per loro non può esistere alternativa a ciò che già hanno.
Quello che noi facciamo in questo luogo isolato dal mondo è molto significativo perché ci permette di mantenere in vita le idee e le emozioni contenute nei libri, origine di grande meraviglia.
Ho scelto di leggere e imparare il libro "Fahrenheit 451". So che quest'opera è stata pubblicata circa cinquant'anni fa e che Bradbury aveva posto al suo interno un quadro di quello che secondo lui poteva diventare il mondo nel futuro...

Egli pone al centro del suo racconto un pompiere, Montag, che ogni mattina si sveglia e va a lavoro in attesa di poter appiccare il fuoco insieme alla sua squadra: Fahrenheit 451 è appunto la temperatura a cui brucia la carta.
Quello che ci viene mostrato è un mondo privo di sentimenti, dove la televisione diventa parte della vita e della famiglia: proprio come il nostro. Qui i rapporti interpersonali perdono il proprio valore ed è impossibile potersi mettere in discussione: tutto è programmato e tutto deve procedere secondo rigide, oliate regole. Questo modello di vita è rappresentato appieno da Mildred, la moglie di Montag: sempre impegnata a pensare alla "famiglia", alle sue "cugine" della televisione, è una donna incapace di emozioni, come la maggior parte della popolazione di cui l'autore ci parla.
La monotonia della vita del protagonista invece viene interrotta dall'incontro con Clarisse, una ragazza, pieni di sogni, capace di provare gioia per le piccole cose dell'esistenza. Ella si meraviglia davanti allo splendore della natura e sconvolge Montag, che prima d'allora non si era mai soffermato su quei particolari che vengono esaltati con così tanto sentimento da quella giovane che se ne va in giro di notte sotto la pioggia. È qui che Montag, forse per la prima volta, scopre l'amore, distaccandosi così dai canoni del suo tempo. Egli comincia a pensare , cosa che poche volte aveva fatto prima; perché è proprio questo lo scopo di tale società: annullare le idee.
Clarisse sparisce. Montag a questo punto comincia a comprendere la stranezza del proprio mestiere e si lascia incuriosire arrivando a constatare che i libri sono qualcosa di meraviglioso, come tanti altri aspetti della vita che i suoi concittadini non riescono e non vogliono vedere, oscurati dalla futilità del continuo intrattenimento.
Così il protagonista si trova implicato in una serie di avvenimenti per cui, denunciato dalla stessa moglie come possessore di libri, sarà costretto a vedere la propria casa bruciare e sarà portato di conseguenza ad uccidere il proprio capo, Beatty. L'omicidio diventa l'origine di un puro spettacolo per tutte le "famiglie" che, attraverso i numerosi video giganti presenti in ogni casa, seguono col fiato sospeso la fuga del pompiere assassino inseguito dal cosiddetto segugio, un robot in grado di uccidere dal fiuto eccezionale. Quest'ultimo infine perde le tracce della sua "preda" e sarà costretto ad uccidere un altro uomo, il primo che si troverà davanti; il malcapitato viene spacciato per Montag al solo scopo di colmare lo spazio che era previsto per il gran finale, così da non deludere gli spettatori. Il protagonista invece si ritroverà in un luogo mai immaginato, dove ogni persona si identifica con un libro, perché, imparando a memoria tutte le pagine di una particolare opera, fa sì che questa rimanga eterna, rendendo questa parte del mondo l'unica in cui i valori e i sentimenti siano rimasti vivi.

Perché ho scelto questo libro?
Ho conosciuto molte persone simili a Mildred e alle sue amichette: così legate al mondo televisivo, alla routine. Una volta anche io ero così. Poi un giorno, invece, ho avuto modo di conoscere Alberto, un ragazzo molto simile a Clarisse. Tramite questa persona, che mi faceva provare quello stupore che io non avevo mai sentito, sono riuscita a guardarmi intorno e a notare un mondo che non era solo quello che la televisione ci mostrava, ma era qualcosa di molto più vasto e meraviglioso. Mi ha fatto prendere in mano un libro e io da quel momento mi sono affezionata molto alla lettura e non sarei mai riuscita per niente al mondo a distaccarmene ormai che mi ci ero avvicinata.
Così son giunta fin qua, dove sono ora. Io non ho avuto il bisogno di scappare inseguita da un segugio, e questo è il solo elemento bradburyano che non ha corrispondenza nel mondo di oggi. Qui mi ci ha portata quel ragazzo.
Egli mi ha fatto capire che bisogna rischiare. Bisogna tuffarsi nei sentimenti, nelle nuove sensazioni, anche se si corre sempre il rischio di andare incontro a sofferenze. Perché la vita è fatta di questo: gioie, dolori, emozioni, amore. Se tutto ciò si trascura, sì, si evita il dolore, ma non si va incontro nemmeno alla gioia.
Ora però è arrivato il momento: fiammifero in mano, lo accendo. Fahrenheit 451 prende fuoco. Si sta distruggendo. Si sente l'odore dell'inchiostro bruciato.
E così il libro perde il proprio corpo, ma la sua anima sopravvivrà, prima in me e poi in tutti coloro che mi ascolteranno.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010