Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
9ª edizione - (2006)

Baol. L'immaginazione, il sogno, gli ideali

In questa società sembrano diventare sempre meno importanti, mentre l'apparenza, il quieto vivere, diventano idoli, tanti bei vitelli d'oro. Plastificati.
Ma Benni, anche immerso in una società più nera della nostra, che ormai è grigio fumo, fa vivere un personaggio che ha la sua essenza nelle passioni, quelle vere, quelle per cui dai l'anima, quelle non fini a se stesse ma con un fine ultimo, una conclusione splendida.
Benni mi rincuora, mi fa sperare e sorgere quel senso di appartenenza che viene da dentro.
Di appartenenza. Mi sento di appartenere alla schiera, sempre più esigua, di quelli che vogliono pensare, e capire perché va tutto così male e attraverso i mezzi di comunicazione di massa si vedono solo uomini e situazioni puliti, ideali, perché si dice che c'è parità sessuale e nelle nostre tv ci sono molte ragazze in perizoma e fisico scolpito e uno, sbeffeggiato, tacciato come frocio con il perizoma e il fisico scultoreo.
Non è che a noi donne non piaccia la bellezza.

E ci rimango male, quando vedo che sono quasi sempre i vecchi che sognano di più, che non ci sono più canzoni che fanno venire voglia di vivere come "Sogna ragazzo sogna" del gran buon Vecchioni.
Baol. Ognuno dovrebbe esserlo, almeno un po'. Ognuno dovrebbe desiderare ardentemente dei trucchi per ingannare il male e portare alla vittoria, trionfale, il bene.
E invece adesso male e bene non importano più, importa il colore delle scarpe, importa l'essere trendy.

Ma vogliamo mettere con i vecchi sogni, quelli che si definiscono utopici ma si rincorrono tutta una vita, quelli per cui si lotta, si sbaglia, si spera.

Baol. Dovrebbero essercene di più, di queste persone invisibili, che infondono immaginazione e portano creatività.
E si dovrebbe capire che non tutto quello che dice il più figo è giusto, ma che magari anche chi va in giro con una tuta malconcia sa.
Sapere nel senso di aver scoperto, non di aver mangiato a pappa pronta, sapere nel senso di capire e criticare, dove serve, quello che ci viene detto.
E il sogno, anche se sembra un'assurdità, porta alla coscienza; perché si capiscono tante cose della cruda realtà, sognando, perché nel profondo non si accettano compromessi, non si mette il culo al caldo, se c'è il sogno. È impossibile. Ci si prova, anche, a lasciar perdere, quando non ce la si fa più, quando "in fin dei conti non ne vale la pena", ma prima o poi il sogno rispunta fuori. Quella voglia di diventare migliori, quell'amore verso la vita che porta a volerla migliorare.

Baol. Io mi sono innamorata di questo personaggio, consapevole e limpido, sprezzante e fuggevole, perfetto nella sua imperfezione.
Adesso gli ideali sembrano da bambini, - solo quelli che hanno la testa fra le nuvole ce li hanno! -
Sono inutili e rischiosi, e poi c'è l'apertura del nuovo outlet, adesso non ho tempo.


Ma per fortuna c'è chi è capace di credere ancora, non nella televisione, ma in quello che sente, che capisce, che pensa.
Per fortuna c'è ancora chi non ha paura di pensare.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010