Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
7ª edizione - (2004)

Zingaresca "Ma bohème" (fantasia)

Andavo, con i pugni nelle tasche sfondate,
Ed anche il mio pastrano diventava ideale;
Andavo sotto il cielo, Musa, ed ero il tuo fido;
Quanti splendidi amori ho mai sognato allora!

Negli ultimi calzoni avevo un largo squarcio.
- Pollicino sognante, sgranavo nella corsa
Rime. L'Orsa Maggiore mi faceva da ostello.
- Le mie stelle nel cielo dolcemente frusciavano;

Le ascoltavo, seduto sul ciglio delle strade,
In quelle sere dolci di settembre e sul viso
Le gocce di rugiada m'eran vino gagliardo;

E, rimando nel cuore di fantastiche tenebre,
Tiravo, come fossere delle lire, gli elastici
Delle scarpe ferite, col piede accanto al cuore!

29 agosto 1870, Rimbaud in fuga verso Parigi...

* * *

all'inizio fu uno studio: scrivevi silenzi, notti, notavi l'inesprimibile.
Fissavi vertigini;
liberavi la poesia dalla schiavitù dell'esperienza e della ragione per esplorare ed esporre i sofismi della follia.
è così che ci si accorge di esser poeta: guardi in faccia la tua anima mostruosa e ti ubriachi della follia dell'ignoto, cui non potrai mai più sottrarti.
l'assenza di poesia è una forma d'inebriante privazione. si tratta di convivere con l'astinenza di sé.
solo i pazzi e i geni si lasciano trasportare nell'ignoto della propria anima e tu, candido Prometeo, hai rubato l'essenza tua riversandola nei tuoi versi, riuscendo ad essere negli stessi suoni un folle genio ed un angelo solitario.
l'orizzonte, in cui i tuoi occhi si specchiavano da sempre, ti nauseò
e divenne prigione, plasmato dal desiderio animale di annusare l'odore della fuga.
fuggivi da ciò di cui avevi bisogno, da ciò che ti faceva star bene, da ciò che ti faceva comodo.
come potevi dire di amare quei luoghi, quando potevano esistere orizzonti che avresti potuto amare di più, se solo li avessi incontrati?
un orizzonte nasconde un orizzonte.
Io dico che non progettasti nulla quella mattina, ma ascoltasti immobile lo scoppio della tua mente.
Non avevi mai osservato la realtà, perché vivevi nelle immagini della tua fantasia, più ricca e reale del mondo che ti circondava.
Come potevi immaginare cosa succede quando la mente esplode?
quando l'ignoto di un folle genio invade ogni particolare della realtà?
l'unione sarà stata devastante, affascinante, dolorosa
silenziosa.

Nessuno scorse nei tuoi occhi l'ardore del poeta.
Nessuno si fermò ad osservare i tuoi passi danzanti, sulle note di una melodia che solo tu potevi udire.
eri soltanto un ragazzo in fuga, l'amante segreto del cielo d'agosto, cui sussurrasti, come per non lasciarlo scappare, il tuo canto di libertà. all'inizio fu uno studio: scrivevi silenzi, notti, notavi l'inesprimibile
poi trascinato dal tuo animo vagabondo esplosi in una fuga di libertà
polvere, sudore, un caldo torrido come se il sole si stesse prendendo gioco di te;
dei tuoi passi decisi
del tuo sognare
dei tuoi sedici anni, vissuti come si vive la prima giornata di sole, dopo gelide mattine d'inverno
della tua libertà conquistata vagabondando
del tuo vagabondare
                trascinandoti
                                assistendo allo sbocciare del tuo pensiero
                                ascoltando lo sbocciare del tuo pensiero
                                                                che agiti con un colpo d'archetto dalle profondità, lasciandolo comparire con un balzo sulla scena, resa ormai tua.
vola poeta senza nome, raggiungi l'ignoto ed entra nel buio della fuga, nutrito soltanto dal ragionato sregolamento di tutti i sensi.
rifiuta la società
rifiuta il suo nome e lasciati avvolgere dalla scura gonna della notte
                sfiorare da sottili capelli erbosi
                                cullare da avvolgenti sussurri del vento
                                                                e nel vento avvolgente cullati
rispecchiando nella natura l'innocenza ritrovata, che quasi stordendoti ti avvolge lungo il cammino.
passo dopo passo...
                sussurrando la bohème
                                cantando la bohème
                                                                strillando al vento la bohème e sognando,
sognandola ad occhi aperti, mentre il vento rincorre ignaro una nuvola rossa
e le tue dita lisce si chiudono in un freddo pugno, nelle tasche sfondate del tuo pastrano bagnato."Negare i propri sogni equivale a vendere la propria anima
                Eri pieno di sogni.
Sogni, sogni sogni. E ancora sogni."
e la tua fuga è un sogno
uno scoppio senza rumore
                un tiepido sguardo fatto di niente
                                un sussurro non ascoltato
                                                                passi lievi senza ritorno
uno scrittore sbocciato dal silenzio, dalle assenze, dai sussurri e dalle speranze.
un fuoco che arde nel suo sguardo fiero di poeta fuggitivo e dannato, perché la poesia è dannazione per il suo creatore.
guardate bene nei suoi occhi: arde una fiamma intensa nello sguardo d'ogni poeta e d'ogni folle,
la fiamma inebriante della dannazione per l'ignoto che preme dentro di noi.guardami Rimbaud
specchiati nel mio sguardo
così che vedendo le fiamme nei tuoi occhi potremo essere dannati insieme:

tu
avrai
l'inferno
nel mio cuore,
ed io negli occhi tuoi.
perché componiamo tutti
lo stesso sogno, ardiamo
nella medesima fiamma,
racchiusi in un'unica
candida lacrima


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010