Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
6ª edizione - (2003)

Un'esperienza di lettura
di Caterina Cerisola
Menzione d'onore

Spiazzata. La piazza era spiazzata, perché il vento l'aveva spazzata. E la spazzava ancora ed era deserta. Una chiesa bianca, un barocchetto intonacato, faceva da scenario e per terra, depositato, il riso era rimasto da un matrimonio. E il vento spazzava via anche il riso.
Mio fratello passava spesso per la piazza, ogni giorno, per andare a lavorare. Passava dal campo di lavanda, viola, poi dal campo di miglio, bruciato, e poi dalla piazza, bianco. Passava in giacca e cravatta e valigetta, doveva andare in banca. Mio fratello aveva quarantadue anni e lavorava dietro un banco, in banca. Mio fratello era un diverso. Aveva una cravatta a pallini e aveva letto una poesia e, quel giorno, un chicco di riso gli si era incastrato tra i lacci delle scarpe nere. Scarpe italiane, di gran qualità, d'importazione. Aveva letto una poesia perché la sua fidanzata gli aveva regalato un libro di Penna per il suo compleanno. Erano quarantadue anni appena compiuti e i due si dovevano sposare. Erano fidanzati da undici anni e si volevano parecchio bene. Quel libro di Penna, italiano e d'importazione anche quello, sulla quarta pagina aveva scritti dei versi. Dei versi diversi, che dicevano così: "Felice chi è diverso/ essendo egli diverso./ Ma guai a chi è diverso/ essendo egli comune. ". Mio fratello si chiamava Paolo e la sua mamma Anna e aveva fatto le elementari alla "Cristoforo Colombo", dietro alla piazza, in Via dei Gigli. Ogni giorno, dalla finestra della segreteria della scuola sventolava la bandiera di quel posto lontano sconosciuto e attraverso quella stessa finestra il direttore e la panettiera si salutavano ogni mattina. Il paese era ben piccolo. Era fatto di piazza, chiesa, campi, banca, scuola e panetteria. E sopra quel paese brillava fissa una stella. Era una di quelle stelle che avverte dall'alto "qui c'è un diverso", e indicava proprio mio fratello. Una stella a otto punte, giallo intenso la sua luce. Mio fratello non l'aveva mai notata. Mio fratello non aveva neanche mai letto la poesia che stava a pagina quattro. Aveva letto pagina nove e anche la undici, ma la quattro l'aveva proprio dimenticata. Sbadato.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010