Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
6ª edizione - (2003)

L'incontro con il "diverso" attraverso un'esperienza di lettura.

"Sono un nero in Sudafrica, un gay a San Francisco, un anarchico in Spagna, un indio in Messico, un pacifista in Iraq, un palestinese in Israele, un comunista dopo la guerra fredda, una donna sola in una notte di sabato in ogni metropoli messicana, uno studente infelice, un dissidente dell'economia di mercato, un artista senza galleria, un zapatista nel Messico sudorientale.
Sono tutti gli sfruttati, gli emarginati, le minoranze oppresse che resistono e dicono BASTA!!
"
(subcom. Marcos)

"Improvvisamente in quella grigia e polverosa pianura fuori dal mondo, dove uomini e donne vestiti di stracci, sfigurati ed insanguinati vagavano senza meta, uomini e donne che si erano ribellati al sistema, uomini e donne che avevano detto "basta alle ingiustizie", uomini e donne che si erano battuti per un futuro migliore, proprio in quella fredda pianura dove si attuava quel processo chiamato Rieducazione, apparve svolazzando una farfalla rossa.
E tra tutta quella gente sofferente c'era un vecchio, ormai rassegnato alla morte, che quella farfalla se la ricordava bene.
" Quella piccola e insignificante farfalla colpa della mia prigionia".
Tese il palmo verso l'insetto e aspettò il momento giusto per stringere la mano e schiacciarla una vola per tutte.
L'insetto si posò leggero sulla mano, le dita tremarono......, le tempie si strinsero......, il suo triste urlo di sfida riecheggiò per tutta la pianura, ma la mano non si chiuse e nei suoi occhi riapparve quel fuoco, quel fuoco accesosi lo stesso giorno dell'inizio della sua agonia, il fuoco della speranza
".
(tratto da La farfalla rossa scritta da me)

La speranza forse di poter volare via da questo mondo insanguinato dal conflitto, diviso da differenze dettate da una cecità tribale che dilaga, che come una nebbia maligna offusca le menti e mostra come unica via d'uscita l'uso della forza, del terrore, della violenza, della guerra.
Dove la figura dell'essere umano è abbassata al livello di semplice risorsa, nemmeno tanto importante.
Dove politici corrotti pensano solo a curare il loro piccolo giardinetto di casa.
Dove dittatori dalle divise insanguinate continuano a ordinare uccisioni e repressioni.
Dove multinazionali colme di ingordigia si propongono al mondo come i nuovi messia.
Un Mondo dove l'urlo sofferente di un piccolo cristallo di ghiaccio millenario si scioglie nell'immensità dell'oceano.

Ma forse esiste anche un'altra speranza.
La speranza di potersi di nuovo battere per un avvenire migliore. Di non credere che l'unica via di uscita sia quella mostrataci dai politici e generali. Ma di essere convinti che una soluzione migliore possa sempre esistere, che con le nostre forze ed il nostro impegno la possiamo costruire.
La speranza di non perdere la speranza e arrivare anche a diventare soldati, perché un giorno non ci sia più bisogno dei soldati.
Accorgersi di essere vivi, che la felicità non è irraggiungibile e trovare nella vita la forza, la forza che ci farà lottare per le nostre idee.
E allora sì che si potrà assaltare anche il cielo.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010