Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
6ª edizione - (2003)

L'incontro con il "diverso" attraverso un'esperienza di lettura

Vorrei parlare di un libro che ho appena terminato di leggere: Il Rogo di Berlino; narra la storia di una bambina che ha passato la maggior parte della sua infanzia in una tetra cantina di Berlino aspettando con ansia la fine della guerra.
Helga, la protagonista, vive con suo fratello, la sua matrigna, suo nonno e molte altre famiglie all'interno di una cantina per sfuggire ai bombardamenti. Il luogo è poco illuminato; i servizi sono rappresentati da due secchi, uno per gli escrementi e uno per l'acqua; i letti sono infestati dalle cimici; la mancanza totale di igiene favorisce l'odore dell'umanità non lavata e della muffa sui muri.
Helga, prima della guerra, era una ragazza dai capelli castano chiaro e dagli occhi verdi; con l'inizio della guerra e dei bombardamenti i suoi capelli sono diventati grigio topo per l'assoluta mancanza di acqua per lavarsi; il suo volto e il suo corpo sono ridotti a pelle ed ossa per la fame.
In Helga si rispecchia la città distrutta ma, nonostante questo, la ragazza crede ancora nella vita normale e deve anche prendersi cura di suo fratello Peter che, a differenza di lei, del mondo conosce solo la morte e la distruzione, essendo nato all'inizio della guerra, quindi non ha mai visto un campo rigoglioso e sentito l'odore primaverile dei fiori, ma ha sempre e solo visto macerie, bombe e sentito l'odore sgradevole dei cadaveri in decomposizione.
A guerra finita, mentre vengono trasportati su un ex cacciabombardiere verso l'Austria, Helga e suo fratello vedono dall'alto quello che resta di Berlino: un cumulo di macerie fumanti.
Helga ha un nodo alla gola: sotto quelle macerie sono rimaste le sue radici. Quelle radici che la legheranno per sempre al suo passato e alla sua città; la guerra gliele ha strappate lasciandole del passato solo un enorme senso di vuoto e del futuro solo l'ignoto.
Ma è viva, e pertanto più fortunata di altri.
La sua testimonianza aiuta me "normale" a comprendere la tragedia che è la guerra.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010