Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
5ª edizione - (2002)

Una emozione per Sofia

Nel libro praticamente si narra della vita di un uomo di nome Roberto Giacchini, che è anche l'autore. Narra in diversi capitoletti quello che fa nella vita di tutti i giorni, e cioè andare alla mensa della Caritas per usufruire del pasto dei poveri. E poi parla dell'incomprensione che hanno nei suoi confronti una sua amica e addirittura il suo dottore. Poi narra che non ha lavoro, conduce una vita un po' anomala girovagando da una parte all'altra della città, chiedendo ai barboni della capitale di segnalargli un posto dove andare a mangiare. Roberto alla fine parla con una sua amica, e le dice che convive con due persone poco serie con cui non è possibile fare un discorso serio e che è quello il motivo per cui girovaga per la città. E questa amica gli chiede perché continua a scappare rintanandosi in casa e lui le confida che vorrebbe sentirsi utile girando un film. La mia opinione personale è che la sua amica e il suo dottore l'abbiano giudicato molto male sul fatto che secondo loro lui "ruberebbe" il pranzo ai poveri, perché l'ha detto lui stesso che è in attesa della pensione di invalidità e che non ha una lira, che è quasi come essere poveri. Per il fatto che non voleva lavorare, non sono molto d'accordo, però ritengo che una persona, sia giusta o ingiusta la scelta che faccia, questa scelta non deve essere condizionata in nessuna maniera da amici. Sono contento che alla fine abbia trovato lavoro girando dei film, ma sono anche convinto che se non si fosse deciso non sarebbe stato da incolpare perché ogni persona è padrona della sua vita e sta a questa persona decidere come gestirsela. Il commento finale, per concludere, è che il libro è interessante, in alcune parti un po' ironico, nel complesso mi è piaciuto molto.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010