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4ª edizione - (2001)

A scuola dallo stregone

A scuola dallo stregone è un libro che parla di stregonerie e di visioni ultraterrene, con un linguaggio non tanto semplice ma neanche difficile.
Castaneda (l'autore di questo magnifico libro) è un universitario che cerca in tutti i modi di conoscere qualcosa sul peyote.
Il peyote è un bocconcino stregato che riesce a far vedere Mescalito, un essere chiamato "maestro" da Don Juan, proprio perché insegna cose che solo un alleato può insegnare.
Secondo me Mescalito è un essere che esiste solo nella mente umana, visto solo da chi vuole vederlo. Ma soprattutto Mescalito è una guida che si può ascoltare solo mangiando i suoi bocconcini, col rischio di non essere ben accolti.
Leggendo questa parte mi è venuto in mente che la guida mentale o l'alleato non si può trovare facilmente, mangiando dei bocconcini oppure fumando una canna (l'erba del diavolo, che io reputo che sia una canna comune) altrimenti non avremmo più problemi.
Le mie emozioni riguardo questo libro sono forti, poche e confuse. L'emozione più divertente e meno confusa è stata quella del gioco d'azzardo; questa sensazione è ben descritta nella parte in cui Carlos chiede a Don Juan come si fa a piacere a Mescalito, ma Don Juan sorprese sia Carlos sia il sottoscritto dicendo che al maestro non importa se chi lo vede è un brujo o un contadino, lui va a caso; è una questione di fortuna.
Un'altra emozione è stata quella di essere libero da ogni impegno come un bambino, difatti i bambini non studiano, non lavorano, pensano solo al divertimento ma non sono liberi di fare quello che vogliono e dipendono dalla mamma. Questo è quello che è successo a Carlos, con la differenza che la mamma di Carlos era Don Juan, che teneva il ragazzo con il guinzaglio.
L'emozione più confusa è stata quella dell'ignoranza. Leggendo questo libro ho davvero imparato tante cose; come dice il libro, l'uomo ha bisogno di avere una conoscenza sempre maggiore. In questa parte in cui dice che la conoscenza è una delle necessità dell'uomo, mi sono visto coinvolto, le parole scritte rispecchiavano questa mia emozione.
Quando ho letto la parte dell'erba del diavolo, a me è venuto in mente il film La foresta di smeraldo, soltanto con poche differenze, ma fondamentali.
A differenza del film visto in classe, il libro ha fatto intuire che quando si fumava si doveva essere soli oppure in compagnia di una persona. Invece il film ha fatto vedere che il fumo si doveva prendere davanti al gruppo.
In questa avventura descritta nei dettagli, sono suscitate emozioni in me non del tutto nuove, ma neanche emozioni che già conosco, è come se queste emozioni si sono risvegliate.
Un'altra emozione, ed è stata questa che mi ha aiutato ad andare avanti nella lettura senza mai fermarmi, è stata la curiosità. Mentre leggevo mi venivano in mente domande del tipo: "E adesso cosa succede? Ora Carlos come farà a liberarsi dal diavolo?", e così via, ma nel momento in cui ho letto il libro mi sono venute in mente molte risposte riguardo a questa "svaghezza mentale".
Lo svago mentale è una necessità del cervello per liberarsi dallo stress quotidiano mutandolo in eventi che vorrebbe fossero realtà.
Ma io ho ancora dei dubbi riguardo alle visioni di Carlos: gli uccelli, il cane, le luci, la donna; ha visto veramente queste visioni o crede di averle viste?


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010