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4ª edizione - (2001)

Lo scudo di Talos

Il romanzo storico o saga ellenica è stato scritto da Massimo Valerio Manfredi.
I fatti storici realmente accaduti coincidono con la narrazione del Lo scudo di Talos. Inizialmente si viene a conoscenza della spietatezza della polis spartana, delle leggi dure, soprattutto con chi è debole e deforme in quanto fisicamente inadatto alla vita da guerriero.
La trama si basa su questo evento che porta il nobile Aristarchos alla dura scelta di abbandonare il suo secondogenito Kleidemos nel Taigeto. È proprio questo effetto-sorpresa a intrigarci e stimolarci a proseguire la lettura alla ricerca degli esiti di questo evento parzialmente anomalo.
Il giovane Kleidemos viene salvato da un vecchio pastore ilota di nome Kritolas, che lo educa, lo alleva e gli insegna a diventare un temibile arciere, gli regalò anche un arco: il suo.
Il primogenito di Aristarchos, Brithos, divenne capo di un gruppo di spartiati, con i quali Talos venne a scontrarsi con l'intento di salvare e proteggere Antinea, la donna della quale si era innamorato.
La narrazione avviene tramite sequenze dialogiche e gli episodi vengono menzionati cronologicamente, solo in alcune circostanze ciò non avviene: quando Talos sogna e ricorda il passato e nel momento in cui la pizia Perialla prevede il futuro.
Tra i due fratelli sorgono sensazioni di odio e contemporaneamente di stima e di amore. Essi partirono per le Termopili con il re Leonida, contro il gran re persiano.
Leonida, diede loro il compito di portare un messaggio agli efori. Con loro c'era anche un altro guerriero: Aghias.
Nel momento in cui gli efori lessero il messaggio e videro che il foglio era vuoto i tre vennero considerati come dei traditori.
Aghias non resiste a tale episodio e si suicida, anche Brithos tentò di uccidersi, ma Talos riuscì a fermarlo.
Brithos, nella battaglia di Platea morì con coraggio attaccando per primo l'armata persiana.
Nel romanzo si notano nomi di personaggi storici e di guerre realmente accadute.
Talos volle unire il popolo degli iloti al popolo spartano come se volle unire le sue due identità: di Kleidemos il drago e di Talos il lupo.
Ma alla morte di Pausanias tutto svanì.
Durante un terremoto che portò gli iloti a una rivolta prese il comando del popolo dei messeni. La rivolta durò a lungo fino a quando gli dei decisero di fermare gli spartiati evitando la strage.
Si nota molto in questa parte, come in altre narrazioni greche il ruolo degli dei, i quali sono in grado di modificare il fato, lo svolgersi delle azioni.
Nel film Scontro di Titani il ruolo degli dei è fondamentale, le gesta di eroi come Perseo, figlio di Zeus, sono guidate da gesta di divinità.
Nello Scudo di Talos è sottolineata molto la sofferenza, la morte che incombe nel destino che Sparta ha destinato a Talos, molti amici e parenti suoi muoiono. La vita di Talos avrebbe dovuto svolgersi in circa quaranta anni.
Quando incontrò Phidippides campione olimpico era nell'ambito della battaglia di Maratona e aveva dieci anni nel 490 a.C.
Nella guerra alle Termopili ci troviamo nel 479 a.C. e, ventidue anni dopo l'esposizione sul Taigeto guida i messeni nel 464-460 a.C.
Nell'incontro di Talos con Phidippides, nel loro discorso emergono importanti descrizioni delle due polis: quella spartana e quella ateniese.
Nei discorsi dell'atleta emergono descrizioni della polis ateniese, una polis democratica con una stupenda acropoli e della bella gente.
Nei discorsi di Talos emerge l'opposto e, affascinato dalla polis ateniese, racconta il disprezzo per i deboli e per i messeni da parte degli spartiati.
Il libro, pur se interessante, a causa della poca disponibilità di tempo di lettura, non mi ha entusiasmato molto; al contrario i miei compagni vedevano in questo libro una forma di rilassamento o passatempo. Rispetto alle altre letture fatte, ho avuto un po' più di interesse, perché ambientato in un tema storico e i film o libri storici li ritengo molto interessanti.
Grazie alla documentazione storica presa da Erodoto e dai testi di Omero, nel libro si ha una descrizione accurata del paesaggio, delle istituzioni, delle guerre e del modo di vita dei greci.
Questo libro non mi ha suscitato emozioni particolari, eccetto il mio disgusto e la mia disapprovazione per la crudeltà della polis spartana riguardo ai deboli.
Le emozioni più forti si sono fatte sentire nel momento in cui i parenti di Talos muoiono, tra questi il nonno adottivo, il padre, il fratello e soprattutto la madre, che appena conosciuta gli morì tra le braccia.
Di Talos rimane solo l'armatura che forse "il lupo" l'avrebbe indossata ancora.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010