Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
12ª edizione - (2009)

Meraviglioso

Non è che acqua. Quasi da quattro mesi quella per me non è che acqua fresca che fa bene, poi un giorno anche lei è cambiata, non è più semplice incolore, inodore e insapore acqua azzurra, acqua chiara, c'è qualcosa dentro di lei...
È flessuoso, sinuoso, armonioso, oserei dire maestoso tra le minuscole molecole d'acqua che indifferenti lo sfiorano quasi senza accorgersi della sua presenza; si muove, si libra nell'acqua come per mostrare la perfetta sintonia che si viene a creare tra quel corpo e l'acqua stessa.
È così che danza in quel composto di idrogeno ossigeno e cloro, sembrando una creatura marina uscita da un racconto mitologico.
Si muove in maniera continua e ondeggiante, come se fosse un'onda mossa da un vento leggero che rende oscillante la superficie del mare cullando chiunque vi si immerga.
Una perfetta statua marmorea risalente al classicismo greco, una scultura che mira a riprodurre il bello e la perfezione di un corpo nel fiore dei suoi anni, una forma piena di linee di forza che esprimono il movimento deciso e forte di quella creatura perfetta.
Quell'insieme compie un movimento ondulatorio che parte dal capo per finire ai piedi, semplice... delfino! Impacciata nella mia rana imparata da poco osservo quei movimenti così precisi e puliti, continui e ritmici... penso al suo portamento, sulla Terra si muove così? E mi perdo tra le mie fantasticherie da sognatrice, dimenticandomi quasi di respirare.
Bracciata, respiro, soffio, mi allungo, gambata, gambata. Riprendo a nuotare. Vasca dopo vasca mi perdo per un secondo ogni volta che lui percorre il mio stesso percorso ma in senso contrario e in un'altra corsia. Quando mi passa di fianco cerco in ogni modo di trattenere il respiro per poterlo osservare, per poterne osservare la completezza, la semplicità e la classe.
Sospeso immobile, fermo immagine...
Quei quattro secondi finiscono e allora di nuovo bracciata, respiro, soffio, mi allungo, gambata, gambata. È incredibile come il suo corpo abbia influenza sulle mie emozioni, sono sicura che se tutto questo succedesse fuori dall'acqua, a esempio per strada, inizierei a fissarlo; se succedesse a scuola mobiliterei chiunque per conoscerlo... finiti i vari esercizi ci fermiamo tutti a prendere fiato e se per sbaglio mi dimentico di smettere di guardarlo, quando si gira e mi sorride avviene una specie di reazione in me, difficile da spiegare, mi sento come un computer che va in tilt e inizia a sparare dati a caso aprendo diverse schermate che nessuno ha mai chiesto. Non riesco a trovare la forza o forse il coraggio per rispondere a un gesto che alla fine è semplicissimo, considerato quasi il basamento per una buona giornata; ci provo, accenno un piccolo sorriso ma sento di essere paonazza e lo capisco dalla ventata di calore sulle guance... guardo altrove.
Si riprende... altro esercizio, altre otto vasche. In un certo senso è come un sollievo, lo posso guardare danzare nell'acqua senza paura di imbattermi nei suoi sorrisi. Sott'acqua abbiamo qualcosa in comune, forse una passione per lo stesso sport, la stanchezza di fine lezione, i dolori ai muscoli, mentre fuori dall'acqua tutto svanisce... dopo la doccia degli spogliatoi quell'acqua magica viene lavata via, rimane solo l'odore del cloro sull'accappatoio bagnato e il suo nome. Carlo.
Meravigliosa creatura, sei sola al mondo...
Rimane come qualcosa che altrove non si può spiegare perché è difficile riportare ad altre persone quanto si è visto, un uomo statuario dalla carnagione chiara che provoca sensazioni e reazioni così forti. È difficile perché il corpo di uno sconosciuto non può provocare tanto, si cadrebbe nel ridicolo pensando di poter spendere il proprio tempo parlando di Carlo, pensando a Carlo e vedendolo come una sorta di demone platonico, imperfetto ma così tendente al divino.
Meravigliosa paura di averti accanto...
Ecco perché forse è meglio accennare alla sua perfezione ma attendere la successiva lezione per vederlo, per guardarlo e sentirlo ridere, per sperare di rivolgergli la parola e allo stesso tempo avere paura di tanto contatto.
All'improvviso tu scendi nel paradiso...
Aspettare che, a lezione iniziata, con una camminata ancora un po' incerta, meno armoniosa e continua della tua danza nell'acqua, ti avvicini alla vasca e a noi.
Muoio d'amore...
Mi perdo nella consapevolezza che sei lì e che per un'ora sarai il rimedio della mia giornata, cancellando figuracce, brutti voti o litigi. Mi perdo nella tua scia mentre entri in acqua, in tutte quelle bollicine che ti fanno il solletico, e sono felice!
Meraviglioso!
Compari, entri, nuoti, sorridi, ridi, parli, esci, ti asciughi e scompari... Meraviglioso.

 


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010