Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
2ª edizione - (1999)

Su una verde collina

Su una verde collina, in mezzo alla campagna, recinti da un'alta siepe, ci sono un orto, due peschi, due meli ed una grande casa.
A Roma, città d'arte e cultura, più precisamente a Trinità dei Monti, in un elegante palazzo, al secondo piano, c'è un appartamento arredato con una raffinatezza ed un gusto non comuni. Quanto sarà costato arredarlo così? Tantissimo...
Sbirciando dalle finestre della grande casa si avrà l'impressione che il tempo si sia fermato ad un lontano passato; le piccole pentole di rame appese alla parete sembrano essere parte di essa come il tavolo ingombro dei più vari strumenti sembra destinato a restare così per sempre. Nessun rumore è percepibile: nemmeno la fresca brezza della sera è in grado di penetrare nella casa e sollevare il sottile strato di polvere che ruba la vivacità e l'immediatezza ai colori. Tutto dorme; eppure sembra che in questa casa abiti anche un bambino.
Appostandoci all'ingresso del lussuoso palazzo noteremo un gran via - vai di "antica nobiltà italica", vedremo accendersi le innumerevoli luci dell'appartamento del secondo piano, udiremo risate, suoni e immagineremo i giochi, i discorsi, i vestiti di uomini diversi da noi che, un po' come il Giovin Signore del Parini, iniziano a vivere quando il sole tramonta. Se siamo bambini ci sembrerà una favola, se siamo poveri un'ingiustizia, ma noi siamo semplicemente curiosi ed ai nostri occhi non potranno passare inosservate le bellissime, tantissime, diversissime donne che oltrepassano la soglia dell'ingresso.
Sul far della sera nessuno si è ancora fatto vivo nella casa di campagna, e nell'atmosfera crepuscolare, fatta di odori, suoni e colori, non ancora attenuati dalla nebbia notturna, si odono dei passi sull'erba. È un uomo.
Ci si chiederebbe come si possa vivere una vita intera in questo posto silenzioso e sempre uguale a se stesso; sicuramente l'ultimo luogo dove il misterioso uomo dell'appartamento si trasferirebbe.
Nessuno immaginerebbe però che questi due uomini abbiano una passione in comune: scrivere.
La curiosità ci ha sopraffatti e incuranti dei pericoli siamo riusciti ad entrare furtivamente nelle due abitazioni: non abbiamo portato via alcun oggetto di valore; non siamo dei ladri materialisti! Noi rubiamo l'aria; l'indispensabile soffio di vita; l'immateriale sostanza divina di cui tutti siamo formati; di cui tutti abbiamo bisogno; da cui tutti traiamo nutrimento.
Abbiamo infatti la borsa piena dei volumi e fogli di appunti trovati sparsi sulle scrivanie e sui comodini, due oggetti d'arredamento tra i più usati dagli amanti della carta stampata.
Sono illuminati. Ora tutto ci è chiaro, specialmente per quanto riguarda l'uomo di campagna, così inafferrabile e difficilmente giudicabile di quello di città; aspetto comprensibile data la sua vita colma di tristi episodi. Era ancora un bambino quando suo padre lasciò soli lui, la madre e le tre sorelle morendo assassinato; che miseria poi conobbe? Chi può comprendere i sacrifici di una madre che non volle privare il figlio della possibilità di studiare? E di un ragazzo che sensibile a questo sforzo diede il massimo per iscriversi all'università, ma che venne poi inevitabilmente sopraffatto dalla miseria? L'anarchia fu il primo giovane ideale politico e gli valse un breve imprigionamento. Troppo, veramente troppo legato al tragico destino dei suoi cari; impossibile recidere i legami con il passato. Eppure...sembra che ci sia qualcosa che lo aiuti costantemente ad andare avanti, che gli renda la vita meno tormentata, che, a sua detta, sia presente in ogni uomo: dall'infanzia, quando con noi si stupisce delle più banali scoperte, con noi piange e gioisce; all'età adulta, quando, benché assopito, fa sentire la sua voce in particolari momenti.
È il regolatore delle nostre emozioni; che di fronte alla morte degli esseri amati ci salva dal dolore facendoci sciogliere in lacrime; che rende tollerabile la felicità e la sventura; che fa umano l'amore.
Ci fa perdere tempo quando andiamo di fretta, ora vuole guardare i fiori, ora il cielo; parla tanto nel linguaggio imperfetto dei poeti. In loro no, non si è mai assopito, è ancora sveglio ed è colui che riesce a trovare nelle cose il loro sorriso e la loro lacrima, che rende poetica la realtà che lo circonda.
È sicuramente grazie a lui che, nonostante i molti dolori, l'animo di quest'uomo è quieto, come alla sera dopo la tempesta; e forse è sempre per questo che nella casa il tempo sembra essersi arrestato ad un'infanzia mai dimenticata, che porta l'uomo ad uscire al crepuscolo e ricordare la ninna nanna di quando era piccolo.
È lui il bambino che abita nella casa incantata.
Qualcuno immaginerebbe poi mai che l'uomo di città conosca, e addirittura ammiri, l'uomo di campagna?
Tra i tanti fogli rubati ce n'è uno nel quale egli esprime l'ammirazione per quest'ultimo, giudicandolo un grande virtuoso della parola.
Solo di questa però.
"Controverse" sono le notizie che giungono al nostro orecchio sul raffinato uomo di città e ci fanno sembrare impossibile qualsiasi affinità con l'altro scrittore; questo però è già evidente dalla sua biblioteca personale, nella quale abbiamo trovato diversi volumi di Nietzsche...altro che fanciullino! Qui siamo addirittura in presenza di un superuomo, affascinato dalla continua e incondizionata ricerca della bellezza.
Il suo linguaggio ha un fascino particolare; è il linguaggio dei sensi.
Leggendo qualche poesia o aprendo una pagina a caso dei suoi romanzi siamo stati rapiti in un mondo di odori, suoni, colori, sensazioni, in un viaggio senza un fine, che ci ha ricordato un po' la vita. L'attrazione in noi suscitata dalla sua fantasia, dalla sua scrittura, è quella del piccolo uomo di fronte al dio capace di dar vita alle cose; ad ogni oggetto, se sfiorato dall'inchiostro lieve delle sue descrizioni, diviene esistente, vive.
Egli è veramente un uomo un po' sopra le righe, completamente dedito al culto della bellezza, libera da ogni remora di carattere sociale o morale.
Solo un ostacolo si interpone alla sua autoaffermazione: le donne.
Sfortunatamente per lui, è troppo debole, ha sviluppato i suoi sensi in modo sproporzionato ed ora è troppo sensibile al piacere.
A volte è lo sguardo, a volte i capelli, altre la semplice curiosità, quest'uomo è spesso vittima del fascino femminile, misto di vampirismo e fatalità; la sua incredibile capacità percettiva gli permette di trasfigurare se stesso e le amate nella natura, in una perfetta fusione che ancora una volta afferma la sua capacità creativa.
Ci sono stati però, nella sua vita, momenti di ripensamento; una sorta di sazietà dopo il piacere, nella quale è evidente il suo senso di colpa: facilmente criticabile è chi vive perseguendo il piacere. Tuttavia questi "ripensamenti" infantili, il sogno di essere innocente nel vagheggiato ritorno al nido familiare, ci sembrano un falso sentimentalismo, che nulla hanno della profondità dell'uomo di campagna, i cui brevi componimenti sono forse meno coinvolgenti ma sicuramente più veri e sentiti.
Abbiamo già precisato il fatto che non siamo dei ladri materialisti e una volta letti tutti gli scritti, ci siamo sentiti tremendamente in colpa... abbiamo deciso così di spedirli ai rispettivi proprietari: i primi, a nome di tale Giovanni Pascoli; i secondi, a nome di tale Gabriele D'Annunzio.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010