Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
3ª edizione - (2000)

L'incontro col dolore

Purtroppo, come ognuno sa, la vita non è affatto avida per questo tipo di regali: il dolore.
Perciò resto della convinzione che sono chiamato a vivere la vita con serenità e che comunque, per riuscire a far ciò, dobbiamo assimilare i dolori, dal più piccolo al più insopportabile. Il dolore è così irruente che arriva improvvisamente come il vento e ci travolge per un bel po'; però, a volte, con la stessa irruenza, scompare.
Così diversi dalla normale sofferenza, così difficili da vivere, così lunghi, i grandi dolori lasciano dentro di noi qualcosa: segni che, con il tempo, restano lì, a farci ricordare qualcosa di spiacevole.
Per parecchi anni della mia vita non ero stato a conoscenza di cosa potesse significare il dolore, ma il destino ha fatto in modo che mi colpisse un paio d'anni addietro.
È stata la perdita di un mio caro cugino, morto in una età prematura, morto per fatalità, morto per motivi di cui solo Dio nostro Padre è consapevole... lui, così giovane, quella sera rientrando a casa con il suo motorino, ad un semaforo si scontrò con un camion. L'emorragia cerebrale lo condusse verso il coma irreversibile e, quando mi giunse la notizia, il mio dolore fu così profondo che quando mi recai per la prima volta in ospedale, e lui era lì fermo, immobile, non cosciente, io, senza nemmeno accorgermene, cominciai a lacrimare; il mio corpo mi spingeva verso di lui , ma un vetro ci separava e ci separò: lui tenuto in vita dalle macchine ospedaliere, e io tenuto in vita dalla forza che il mio corpo mi dava. Da quel momento ho capito perché la vita non è un gioco, perché non è facile, perché niente e nessuno sa cosa potrà succedere, sia di bello che di brutto.
In quel momento ho capito che da lì a poche ore il mio caro e povero cugino non ci sarebbe stato più.
Infatti dopo poche ore i suoi genitori decisero di staccare la spina delle macchine che tenevano in vita il loro povero e indifeso bambino.
Da quel momento in poi porto dentro di me un piccolo spazio per lui, anche se la mia sofferenza non è evidente a tutti.
Tutto questo, anche se con dispiacere, ha dato una svolta alla mia gioventù e questo è il ricordo che ho di lui: una persona che amava la vita, una persona che sapeva amare pur non riconoscendolo. Lo ricordo ogni volta che guardo una sua foto, in cui è ritratto con il sorriso coinvolgente che mi accompagnerà per sempre.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010