Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
2ª edizione - (1999)

Un'esperienza di lettura d a "La madre" di Maksim Gor'kij

Ci ho messo parecchio per uscire dalla storia scritta da Maksim Gor'kij sull'avvicinamento di una madre al sogno del proprio figlio. Ed è stato proprio questo che mi ha colpito particolarmente. Di solito mi attacco al libro, lo leggo, voglio andare avanti, vengo travolta in pieno ed entro in una giostra piena di colori, suoni, emozioni fino a quando scopro di essere arrivata alla fine... e solo allora mi fermo, penso, analizzo quello che ho sentito, quello che le parole scritte mi hanno lasciato. Ma questa volta no. Ho letto con calma "La madre", l'ho letta aspettando di assaporare il significato di ogni parola, aspettando che ogni suono producesse in me una piccola emozione, colorasse una piccola parte di un quadro con ogni sfumatura possibile. Leggevo e vivevo. Leggevo la storia di una madre che sceglie di vivere una seconda vita camminando sulla strada del socialismo prendendo per mano il figlio e che scopre di non avere più paura. Leggevo le vicende di un gruppo di giovani che provano a seguire il loro sogno, che riescono ad andare avanti, che soffrono sognano e sperano. Leggevo l'ingiustizia che colpisce gli operai nella Russia zarista degli inizi del secolo. Ma intanto sentivo dentro di me il fuoco che si sente bruciare quando si scopre l'ingiustizia che crede che alcuni uomini valgano più di altri. Sentivo un profondo urlo di denuncia, un urlo che mi è entrato sin dalla prima pagine e che non mi ha più lasciato. Leggevo con calma. Volevo che il violento grido diventasse una voce; volevo ascoltare le parole che in me si mescolavano in un suono confuso. Ecco perché cercavo di cogliere tutte le singole note. Mi sentivo in una corsa, una corsa dove ascolti ogni sensazione che ti viene da ogni parte del corpo, dove avverti la contrazione di ogni muscolo, anche del più piccolo. Una corsa dove i piedi sfiorano il terreno, dove il tuo sguardo è dritto puntato in avanti, teso all'obbiettivo. Ed ora che sono giunta alla fine della corsa, che mi sono sdraiata a terra e sento che il mio corpo fa parte della terra ed i miei occhi si perdono con il cielo, avverto dentro di me due forze, due energie che si contrastano fra di loro, che nascono da punti diversi, ma che in me si fondono. Mentre leggevo sentivo lo sciogliersi di due canti, due melodie che mi fanno comprendere il senso della vita. Da una parte ho sentito il tuono della rabbia, la consapevolezza che così non si può andare avanti, che ci sono tante, troppe cose che non vanno, ma soprattutto ho avvertito la voglia di muoversi, di ballare la danza della lotta, di urlare, ho avvertito la forza che può scaturire dalle idee. Dall'altra parte, invece, ho conosciuto il sussurro dell'amore, la bontà che scopre la madre dentro di sé dopo una vita di violenze, un affetto che nasce dalla condivisione di un sogno. Rabbia e amore fanno questo libro. Rabbia e amore che si avvolgono su di loro fino a formare lo stesso filo. La rabbia scaturisce dalla decisione che in questo modo non va bene, dalla scelta di un sogno da seguire... ed un sogno non può essere lontano dall'amore.
È da poco che mi affaccio al mondo, che osservo ogni cosa che mi circonda per cercare di conoscerla. E anche da questa visione del mondo sento che nascono due emozioni. È da poco scoppiata la guerra nella Serbia ed ecco che si risente il dolore di un popolo. Questa volta è quello degli abitanti del Kosovo, ma le loro lacrime sono uguali a quelle che hanno versato altri popoli, lacrime che non si sono ancora asciugate e che molte volte si tende a dimenticare. Parlo del popolo kurdo, del popolo palestinese, del popolo del Chiapas, del popolo argentino e cileno con i suoi "desaparecidos", parlo di tutti i popoli che hanno sofferto e che stanno ancora soffrendo... come il popolo russo che nel libro viene dipinto con tutti i suoi sentimenti. Ho vissuto le storie degli uomini e delle donne russe dell'era prima della Rivoluzione dell'Ottobre Rosso che scoprono di poter seguire anche loro una strada e che non devono continuare ad ascoltare le voci di altri, ma che possono unire le loro parole per gridare e affermare la loro esistenza.
Sono convinta che un uomo da solo non possa fare molto, ma che lui unito ad altre cento, mille persone possano muovere la macchina del mondo. Basta avere il coraggio di partire, basta avere il coraggio di guardare in faccia la realtà per superarla, sputare contro a ciò che non ci va per cominciare a costruire. Ed è questa la parte importante: COSTRUIRE! Non possiamo credere di poter bruciare tutto e basta. No. Dobbiamo avere il coraggio e la voglia di rimboccarci le maniche e lavorare, posare una pietra dopo l'altra e continuare a farlo anche se ci sarà qualcuno che le butterà giù. Tutti, insieme, abbiamo la forza di cambiare, di costruire... ma non puoi farlo se da dentro non senti la scintilla del sogno, se non sei convinto della tua strada... e di sicuro non puoi farlo se non ami. Devi amare il mondo se decidi di cambiarlo. Devi amare il sogno se decidi di seguirlo perché inesorabilmente seguirai delle scelte che ti porteranno su strade difficili e a volte anche verso la morte. Devi intrecciare le varie persone con rapporti di affetti. Non può esistere solo odio e rabbia... altrimenti non si va avanti.
In me sento una troppo forte divisione, ma le due parti devono combaciare per far venire fuori il mio io. A volte penso di voler bruciare tutto, di mandare al diavolo tutto e tutti, penso che tutto faccia schifo, che bisognerebbe cambiare ogni cosa... ed allora ecco che mi viene la forza di scendere in piazza e protestare. Protestare contro i finanziamenti alla scuola privata, contro gli attacchi NATO in Serbia, per dire BASTA alle denuncie a carico di manifestanti, per far capire che la mia scuola sta diventando un carcere... e vorrei far sentire la mia voce per tutto quello che non mi va, urlare in faccia alla gente che se ne frega che a me così non piace, cercare di fargli capire, cercare di fargli conoscere. Tutta la forza e la voglia di lottare, secondo me, deriva dalla conoscenza delle cose ed infatti ciò che in generale mi fa più paura di tutto e che penso porterà a un continuo peggioramento della situazione è l'ignoranza. Mi fa veramente paura perché viene usata come un potere, anzi il più sicuro e forte potere, da coloro che hanno deciso per i loro sporchi interessi che così va bene. Ma io non ci sto. E come me la pensano altre persone... ma bisogna aumentare il numero delle voci, bisogna che tutte le mani si uniscano perché solo quando tutto verrà sotterrato si potrà incidere una nuova musica. Forse sono solo una grande sognatrice ed infatti accanto alla potenza, alla grandissima onda che mi porta ad andare avanti, con la testa alta contro ogni ostacolo, che mi porta a calpestare le strade ed a sventolare ciò in cui credo... sento di essere contenta di vivere. Quando mi sdraio su un prato verde e invento storie sulle nuvole, quando guardo spuntare il sole e lo seguo mentre tramonta, quando ho per soffitto una coperta di stelle... beh... mi accorgo che tutto è bello, che esiste una profondità e una poesia in ogni cosa. Ed allora ecco che vorrei viaggiare per ogni strada, camminare sulle spiagge o nuotare per sentire l'immensità del mare, ecco che comincio a perdere i miei pensieri ed i miei sogni si confondono con i miei ricordi. Scopro che in ogni persona esiste un piccolo immenso mondo diverso e che è proprio questa diversità a rendere bello il mondo... perché ogni persona ha dentro la sua luce ed è questa luce che colora l'armonia del mondo. Sento la danza che ogni uomo può ballare, ascolto i segreti del vento, invento favole su fate e folletti e vorrei poter volare via... mah... sono confusa... ed ecco perché ho letto così attentamente il libro. Si mescolano grida di lotta con sorrisi di pietà e di affetto. Sorriso e lacrime scorrono per tutto il libro... e penso che scorrano su tutta la vita.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010