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13ª edizione - (2010)

Appunti di vita - ispirato a: "Latinoamericana. Un diario per un viaggio in motocicletta" di Ernesto Che Guevara

Il personaggio che ha scritto gli appunti di questo viaggio si perse nella miseria dell'animo umano. Fu ucciso dagli stessi amici che cercò vanamente di salvare, a dimostrazione che vi è una giustizia suprema nel mondo ma a volte non sta nemmeno a guardare o si diletta davanti al grande reality show che è la nostra vita o è bendata come la fortuna. Quel vagare senza meta per l'America latina ha cambiato le sorti di un gioco in cui vi era un giocatore e migliaia di bari.

Il 29 dicembre 1951 partii per quel viaggio che avevo programmato da poco meno di due mesi. Sotto di me la motocicletta scalpitante e nello zaino il mio diario, fedele compagno di viaggio.
Non c'è molto da sapere per prendere il proprio bagaglio di vita e partire, senza una meta che non sia il capo del mondo; partire più che per un viaggio per un vagabondare continuo, senza la certezza di un fondo monetario dietro la schiena, senza un letto (il proprio solitamente), senza la sicurezza di un sostentamento. Vagabondare indigenti per le strade del mondo, immagine che ricorda un passato troppo lontano per essere vissuto o un quadro troppo astratto per essere compreso con gli occhi.
Argentina, Cile, Perù, Colombia, Brasile, Venezuela e poi su dritti, sorvolando il Messico, arrivare negli States. Tra chiese, foreste, fiumi, ospedali, camion in corsa e caserme, sempre a cercare un tetto che spesso è il cielo, o semplicemente un giaciglio per passare la notte. Certo ci sono momenti che più mi sono rimasti impressi di questo viaggio: il monte Machu Picchu, il lebbrosario di San Pablo, i grandi pranzi a base di carne, il mate caldo sorseggiato al riparo del vento tagliente, le partite a pallone, l'asma che mi tormentava quasi costantemente; ma è impagabile il prezzo dell'esperienza di un viaggio, il bagaglio culturale che resta come il primo libro letto da bambino quando impari ad apprezzarne la bellezza.
In realtà questo viaggio è stato una trasformazione in funzione del mondo, in realtà sono stato corrotto nell'animo dal viaggio stesso. Mi appare tutto più chiaro ora che è troppo tardi: vagando per l'America latina ho incontrato gente diversa che mi ha accolto con lo stesso calore, e con lo stessa sincera cortesia che rappresenta l'uomo. Così è nato in me quel sentimento d'amore che caratterizza la mia rivoluzione: ho preso la decisione di battermi per il mio popolo, ovvero i cittadini del mondo.
Solo ora mi rendo conto che ero un amante solitario, il quale amore rimase sospeso a metà tra me e quel popolo del mondo, pieno di maschere, dolore e miseria.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010